L'intervento pubblicato dal quotidiano "Avvenire", 19 novembre 2020.
Il caso è durato lo spazio di nemmeno 48 ore. Ieri è stata cancellata dalla Legge di Bilancio la discussa norma che, all'art.104 della bozza, istituiva l'Istituto italiano per la cybersicurezza.
È un successo di Italia Viva, che si era intestata la battaglia contro questa misura in cui si ipotizzava anche l'ingresso di soggetti privati in una Fondazione dedicata a un settore così delicato, come sottolineato dal deputato Luigi Marattin nell'intervista ad Avvenire, l'altro ieri.
Per il presidente del gruppo, Ettore Rosato, «è una buona notizia. Era una norma inopportuna e non si capiva a cosa servisse, se non a limitare l'autonomia e la funzionalità dei nostri servizi di sicurezza. Lo avevano detto con forza le nostre ministre Bonetti e Bellanova, nel Cdm. Bene ha fatto Conte a ritenere necessario non insistere».
In particolare Bonetti aveva chiesto che la discussione fosse «istruita in Parlamento prima che in altre sedi».
La questione riguardava questa fondazione, non del tutto una novità assoluta (se ne parlò anche ai tempi del governo Gentiloni, nel 2017). Una nuova costruzione nell'architettura della cybersicurezza in Italia, da poter usare al limite anche come "vagone" in più dei soldi del Recovery Fund, che fra le priorità mette pure la difesa dello spazio informatico. Pare che il premier Conte avesse scritto al solo comitato Dis per informarlo della decisione, non comunicata invece alle agenzie Aise e Aisi. Questo aveva scatenato le proteste del Copasir.