Ambiente economia

Italia Viva Taranto: "Bonifiche e sviluppo commessi tanti errori ma ora si cambi rotta"

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Il documento di Iv su "Taranto Primo Piano", 26 marzo 2021.

«La politica comunale, provinciale e regionale, cosa fanno? Che possibili opportunità e visione strategica propongono, mentre la popolazione comincia a morire di malattia e di economia? Sanno come muoverci in questo pantano della mediocrità? L’ipotesi, non tanto lontana, è, forse: tanto poi ci penserà qualche altro, domani, a risolvere i problemi della scuola, degli ospedali e dei cimiteri e del lavoro. Forse è giunto il momento di fare e non di dire, forse è giunto il momento di avere il coraggio di proporre, un cambio di rotta». Se lo chiedono al termine di un articolato documento i vertici di Italia Viva Taranto.

Che, in una nota firmata dagli esponenti del coordinamento provinciale (Maria Vittoria Colapietro) e cittadino (Terenzio Lomartire) riflettono sulla necessità di un maggior e miglior coordinamento politico - istituzionale per far riavviare così gli strumenti di programmazione in favore dell’area di Taranto. «In assenza di un piano strategico di sviluppo e di una vision unitaria, Taranto - si chiedono gli esponenti di Iv - sarà in grado di riprendersi? La possibilità concreta per il riavvio delle tematiche dello sviluppo sostenibile, far ripartire i cantieri collegati alle bonifiche, avviare un percorso di specializzazione unico sul territorio nazionale, si può risolvere passando il testimone da un tecnico con competenze scientifiche al rappresentante del Governo nella provincia, nella cui circoscrizione costituisce la più alta autorità governativa? O, è necessaria la continuità dell’impegno?». 

Per Colapietro e Lomartire, infatti, «la mancanza di una concertazione reale nel Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), fra la Presidenza del Consiglio, all’epoca guidata da Giuseppe Conte, e le istituzioni locali e datoriali, ha annullato quanto di positivo era stato fatto, provando, in alternativa, a delineare - osservano i coordinatori del partito di Matteo Renzi - scenari di intervento politico, basato su uno sterile consenso, e su un sostegno politico delle amministrazioni dell’area Sin (Taranto, Massafra, Statte, Crispiano, Montemesola), con la Camera di commercio e Confindustria Taranto, modificando sostanzialmente - evidenziano Colapietro e Lomartire - le dinamiche e i percorsi del Cis. Lo si riteneva davvero sufficiente? Questa strategia politica ha portato all’abolizione del Tavolo istituzionale permanente (tavolo di concertazione e - aggiungono nell’ar  ticolato documento i due esponenti di Italia viva - di condivisione delle strategie di sviluppo e degli aiuti da mettere in campo) e del Nucleo operativo tecnico (tavolo di predisposizione per la verifica e congruità degli interventi proposti).