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Infrastrutture e Recovery Plan, Paita: "Si va nella direzione indicata da Italia Viva nel Piano Shock"

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L'intervento pubblicato da "il Secolo XIX" e "Genova - la Repubblica", 26 aprile 2021.

Inizialmente la bozza del Recovery Plan prevedeva la spinta all'autoproduzione e la cancellazione dell'articolo 18 comma 7, quello che al momento impedisce ad un operatore portuale di ottenere due concessioni della stessa tipologia in uno scalo. La versione definitiva cancella quelle "riforme" e inserisce una generica dicitura sul regolamento. La liberalizzazione delle concessioni va in soffitta, ma arriva la necessità di prevedere norme finalizzate ad introdurre criteri trasparenti e certi per il rilascio di concessioni per la gestione di porti e dirette a favorire un esercizio più efficiente degli stessi.

Significa che il Governo proverà a scrivere il regolamento sulle concessioni - che tocca soprattutto il rinnovo - dopo che i tentativi effettuati negli ultimi anni non hanno avuto successo. C'è poi una parte dedicata all'intermodalità e «per aumentare i volumi delle merci su rotaia è necessario aumentare la capacità della rete e dei nodi ma occorre migliorare anche i collegamenti tra la rete ferroviaria e i porti e gli aeroporti. In questo ambito, la "Strategia per una mobilità intelligente e sostenibile" dell`UE indica l'obiettivo di aumentare il traffico merci su rotaia del 50% entro il 2030 e di raddoppiarlo entro il 2050».

Infine c'è la «semplificazione delle transazioni di importazione/esportazione attraverso l'effettiva implementazione dello Sportello Unico dei Controlli», la «interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PNL) per la rete dei porti, al fine di introdurre la digitalizzazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci» e la «semplificazione delle procedure logistiche e digitalizzazione dei documenti, con particolare riferimento all'adozione della CMR elettronica».

C'è, inoltre, tanta Liguria dentro al Piano che punta a tradurre il Recovery in finanziamenti per togliere la regione dall'isolamento, facendo leva sulle infrastrutture ferroviarie e portuali, ma anche a far decollare progetti innovativi, come quello del Waterfront di Levante. Il lavoro della Liguria non si ferma ad attendere segnali dal Piano, ma sa che il sostegno dei fondi europei potrebbe essere decisivo per infrastrutture chiave come il completamento dell'alta velocità e capacità ferroviaria per le merci, o la realizzazione del progetto di Renzo Piano fra il porto Antico e piazzale Kenendy che impiega risorse per centinaia di milioni. Le ruspe non fermano il lavoro (anche ieri in azione per la demolizione del padiglione C delle aree ex Fiera), ma segnali da Bruxelles e traduzioni romane potrebbero facilitare il tutto.

''Ho letto con attenzione la parte del Pnrr che circola relativa alle semplificazioni in tema di contratti pubblici per la realizzazione delle infrastrutture. Se confermata, si va esattamente nella direzione indicata da Italia Viva con il Piano Shock'', dichiara Raffaella Paita, deputata di Italia Viva.

''Si recupera lo spirito delle direttive europee, correggendo l'impostazione delle norme attuali che rallentano le procedure. Ora attendiamo di comprendere il dettaglio dei provvedimenti. Se Conte ci avesse ascoltati, tutto questo poteva essere fatto già nel 2019. Ma ora c'è' Draghi e il Paese semplice immaginato da Italia Viva può finalmente divenire realtà. Con il Recovery l'Italia dovrà spendere 100 milioni al giorno da qui al 2026. Per farlo ci vuole rapidità, semplificazione e un sì sia alle infrastrutture previste dal Pnrr che da altri vari strumenti, come Tav, Gronda e Ponte sullo Stretto'', conclude Paita.