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Impianti Sciistici, Fregolent: "La stagione dello sci è finita, subito un risarcimento sulla media degli ultimi tre anni"

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Estratto dell'intervista alla parlamentare di Italia Viva, di Gianni Giacomino, "la Stampa", 27 febbraio 2021.

«La stagione dello sci credo sia davvero finita e dispiace perché è stato un inverno generoso di neve e belle giornate. Adesso è arrivato il momento di concentrarsi esclusivamente sui ristori, fondamentali per gli operatori del settore, che prima dell’ultimo stop a livello nazionale, si calcola avessero già patito un danno di un miliardo e 700 milioni di euro. Cifra che è aumentata, per questo è necessario accelerare e ridare alla montagna il rispetto che non ha ricevuto». Lo dice chiaramente l’onorevole torinese di Italia Viva, Silvia Fregolent, che, insieme alla collega di Forza Italia, Claudia Porchietto, sta portando avanti la battaglia in governo per ridare un po’ di ossigeno ad un comparto che è in ginocchio.

Davvero si può parlare di poco rispetto?
«Forse a Roma non hanno ben chiaro tutto quello che si muove intorno alla montagna. Le faccio un esempio: quest’estate, quando sono state riaperte le spiagge e il mare, nel decreto il governo si era scordato di inserire le seggiovie e ho dovuto presentare un’interrogazione per segnalare questa dimenticanza».

Ma adesso, con il nuovo governo, dovete ricominciare da capo per la questione ristori?
«No, stavano lavorando con il vice ministro Laura Castelli che, per fortuna, è rimasta e conosce bene le nostre istanze. Ora ne parleremo anche con il nuovo ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, e con quello all’Economia, Daniele Franco. Come ho già ripetuto, bisogna fare in fretta perché ci sono persone davvero in difficoltà».

I ristori riusciranno ad appianare tutte le perdite?
«Noi ci siamo ispirati al modello che è stato adottato in Francia, ovvero un risarcimento basato sulla media degli ultimi tre anni di attività degli impianti. Diciamo che la cifra dovrebbe garantire almeno un pareggio. I bonus che sono stati erogati fino ad ora sono irrilevanti per chi ha visto praticamente scomparire le sue entrate, come i maestri, per esempio. Però, proprio in questo frangente, è necessario che tutti gli operatori della montagna siano uniti».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.