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Fisco, Marattin: "Una coalizione con idee bislacche e diverse fra loro può governare il Paese?"

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La riflessione del parlamentare Iv, 21 agosto 2022.

Diamo un’occhiata alla terza "flat tax" della destra: quella - da loro definita “incrementale”- proposta da Fratelli d’Italia.

Data la confusione, è forse ora di ricapitolare le proposte della coalizione di destra sul fisco.

FORZA ITALIA
Propone una flat tax al 23%, ma non sono stati divulgati ulteriori dettagli. In particolare, nessuno ha risposto alle due domande fondamentali. 1) se intendete mantenere tutte le deduzioni e detrazioni attuali, e semplicemente le aliquote del 25%, 35% e 43% diventano uguali alla prima (23%), dove si trovano le decine di miliardi che servono a finanziare la proposta? (assieme ai 31,2 miliardi che servono per portare a 1.000 euro le pensioni minime)? 2) se invece intendete abolire tutte le deduzioni/detrazioni e tutti semplicemente pagano il 23%, poiché già ora l’aliquota media effettiva è circa il 18% (e decine di milioni di contribuenti pagano meno del 23%), lo sapete che in realtà state aumentando le tasse?

LEGA SALVINI PREMIER
Non propone affatto una flat tax ma una riforma dell’Irpef - ovviamente anch’essa senza uno straccio di copertura finanziaria - che porta le aliquote dalle attuali 4 a ben 18.
Qui trovate la spiegazione dettagliata.
Qui un fact-checking indipendente.

FRATELLI D’ITALIA
Ieri in un articolo di Maurizio Leo su Repubblica sono finalmente stati divulgati un po’ di dettagli sulla TERZA proposta di flat tax della destra: quella di Fratelli d’Italia.
Totalmente diversa dalle altre due. Vediamola. Anche questa non è assolutamente una flat tax, ma una detassazione temporanea al 15% (valida solo per un anno) degli incrementi di reddito rispetto all’anno precedente.
Dall’anno successivo, torni all’aliquota Irpef ordinaria, come se nulla fosse successo.
Qui i problemi sono due, e molto chiari:
1) Di quanto realmente abbassa l’Irpef alla fine pagata (spoiler: quasi nulla)
2) Quanto permetterebbe comportamenti opportunistici che finirebbero per complicare terribilmente il sistema e incentivare il nero (spoiler: tantissimo).

Facciamo un esempio concreto per capire bene.

a) QUANTO RISPARMIA MARCO ALLA FINE? Nel 2020 Marco ha un reddito imponibile di 27.000 euro. Sui primi 15 mila ha pagato un’aliquota legale del 23%; sui rimanenti, del 25%. Ma con le deduzioni e le detrazioni, in tutto ha un’aliquota media effettiva ( = Irpef pagata / reddito imponibile) di circa il 16%. Nel 2021 Marco guadagna 3 mila euro in più, cioè 30.000. Nell’attuale sistema, sulla parte di reddito da 28 a 30 mila paga il 35%, sempre intesa come aliquota legale.

Alla fin fine però - sempre per l’operare di deduzioni e detrazioni - su tutti i suoi 30.000 euro, paga in media circa il 17% ( = aliquota media effettiva). Con la “flat tax incrementale” proposta da FdI, l’unica differenza è che sui 3.000 di incremento di stipendio Marco paga - SOLO PER QUELL’ANNO - il 15%. Ma Marco già pagava circa il 16% come aliquota effettiva media, e con l’aumento di reddito già oggi - nell’attuale sistema senza flat tax incrementale - passerebbe a pagare circa il 17%.

Per riassumere questo primo punto: il fatto di pagare solo il 15% su quei 3 mila euro in più, dal punto di vista matematico abbassa l’aliquota media effettiva dal 17% ad un valore impercettibilmente inferiore.

Ma si tratta di un ammontare talmente piccolo che Marco neanche se ne accorgerà.

(NB. Certo dipende da quanto è grande l’aumento. Se Marco raddoppia il suo reddito, il beneficio - sempre e solo per quell’anno - è ovviamente consistente. Ma viene da chiedersi quanti lavoratori raddoppino il proprio reddito da un anno all’altro).

Ma veniamo al secondo punto.

b) INCENTIVO TEMPORANEO CREA PIÙ PROBLEMI DI QUANTI NE RISOLVA.
Quello sconto impercettibile vale solo per il 2021. Dall’anno successivo, se mantiene i 30 mila euro di reddito, Marco torna a pagare come se nulla fosse successo.
Ma a quel punto Marco potrebbe fare in modo di dichiarare nel 2022 una cifra inferiore a 30.000, per poter l’anno seguente - tornando a 30.000 - registrare un incremento di reddito e quindi beneficiare nuovamente del (benché piccolissimo) sconto.
Se è un autonomo non forfettario può semplicemente evitare di fatturare qualcosa, e il gioco è fatto.

RIASSUNTONE.
Forza Italia propone una flat tax del 23%: in un caso costa decine di miliardi, nell’altro risulta in un consistente aumento di tasse. La Lega propone una flat tax che in realtà aumenta le aliquote da 4 a 18. Mentre Fratelli d’Italia propone una detassazione solo annuale degli incrementi di reddito che - in un sistema progressivo e con deduzioni/detrazioni come il nostro - risulta in una diminuzione impercettibile dell’Irpef pagata, e l dà luogo a complicazioni e potenziali incentivi al nero. Rimane solo una domanda.

Una coalizione con idee così bislacche (e profondamente diverse tra loro) su un tema come il fisco, può seriamente pensare di governare l’Italia in un momento cruciale come questo?

Agli elettori la sentenza, ma ardua come stavolta, temo.