parlamento fisco

Fisco, Marattin: "Grande fatica passare dagli slogan ai fatti quando si parla di riforme"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Ieri il punto stampa del deputato Iv, presidente della Commissione Finanze; la notizia su numerosi quotidiani, fra i quali "il Foglio", 8 aprile 2022.

Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze e relatore della delega fiscale, ha tentato fino all'ultimo di trovare un punto di caduta nella maggioranza per evitare di rimettere la questione al governo. Ma ieri sera, dopo l'ennesimo strappo del centrodestra, ha deciso di farsi da parte.

Per Lega e Forza Italia non ci sono le condizioni per approvare la delega fiscale, nonostante l'accordo sulle modifiche che sembrava essere stato trovato con il Tesoro nei giorni scorsi. Il centrodestra di maggioranza chiedeva che i pareri delle commissioni parlamentari sui futuri decreti legislativi fossero "vincolanti", per scongiurare il pericolo di un aumento delle tasse sulla casa e sul risparmio. Dopo le tensioni in commissione Finanze di ieri sera, il presidente Luigi Marattin ha deciso di sospendere i lavori.

L'esponente di Iv spiega: "Ora le mediazioni passano per il presidente del Consiglio. Fiducia o no, spetta al governo decidere. La questione ora deve essere sciolta a Palazzo Chigi. Purtroppo ho capito che in questo paese il fisco è solo una materia da campagna elettorale, nel pacchetto ci sono misure che sarebbe un peccato buttare via, ci sono norme per le famiglie e riforme strutturali".

La mediazione a cui erano arrivati i gruppi con il Mef, continua Marattin, contiene "le battaglie storiche del centrodestra: l'allargamento della flat tax, la mensilizzazione degli acconti e dei saldi per gli autonomi, la riforma delle sanzioni, l'Irap. Rendere vincolanti i pareri è una cosa che nella storia della Repubblica non è mai avvenuta, allora che differenza c'è tra legge delega e legge ordinaria?".

La porta resta aperta, "ma su cose che abbiano un senso", aggiunge Marattin. L'intesa prevedeva il voto solo sui 25 emendamenti riformulati, mentre invece ora si dovrebbe tornare all'esame dei 400 emendamenti depositati. La delega è prevista in aula alla Camera il 19 aprile, ma a questo punto potrebbe arrivarci senza mandato al relatore e il governo potrebbe chiedere la fiducia. La battaglia, però, è destinata a riaprirsi al Senato.

"Ero semplicemente sconfortato", racconta al Foglio Luigi Marattin, il presidente della commissione Finanze della Camera. Attorno a lui, nella notte tra mercoledì e giovedì, è scoppiato un pandemonio. Urla. Minacce. Gesti inconsulti. Tutto ripreso impietosamente dalle telecamere.

"Mentre Alessio Villarosa buttava a terra microfoni e fascicoli che avevo sulla scrivania l'ho guardato per un attimo. Non avevo neanche capito bene che cosa avesse fatto. L'ho guardato con profondo sconforto". "Pensavo - aggiunge Marattin - che la riforma del fisco in questo paese va bene soltanto durante la campagna elettorale. Ma appena qualcuno se ne vuole occupare sul serio, ecco che scoppia il Maracanà".

"Perché - prosegue Marattin - se poi fai qualcosa sul serio, se lo riformi davvero il fisco, finisce che segnali la distanza tra la realtà e le sparate iperuraniche di una politica che è soltanto vendita di pentole".

"Su Villarosa che posso dirvi? È stato due volte sottosegretario all'Economia col M5s. Le scene video le avete viste tutti. Giudicate voi", conclude Marattin.

Chi lo desidera può rivedere il punto stampa di Luigi Marattin a questo indirizzo.