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Faraone: "Noi al 4%? Più dei sondaggi contano gli spazi, puntiamo al 20"

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Intervista di Maria Teresa Meli, "Corriere della Sera", 2 febbraio 2020.

Senatore Davide Faraone, con la vostra prima Assemblea nazionale avete deciso di fare di Italia Viva un partito più strutturato. Non è un azzardo?
«C'è una richiesta molto forte dei territori di organizzarci. Naturalmente il tema è come riusciamo a mantenere in equilibrio l'esigenza del radicamento territoriale con il rischio di diventare un partito delle tessere e dei notabili. Questo è un rischio che conosciamo e che vogliamo assolutamente evitare. Non bisogna dimenticare che noi siamo andati via da un partito che in certe zone è proprio un partito delle tessere e non vogliamo certamente riproporre lo stesso modello».

Voi vi strutturate ma i sondaggi vi danno sempre percentuali basse, come quello di Nando Pagnoncelli pubblicato ieri dal «Corriere della Sera»... Il fatto non vi preoccupa?
«Io sinceramente da un partito che è appena nato, e che è nato in un contesto molto difficile e con un assedio incredibile che subisce ogni giorno, più di quello che abbiamo non mi sarei aspettato. Il tema vero semmai è un altro: noi abbiamo messo in mare una barca che oggi naviga su uno spazio politico molto grande e che ha grossissime prospettive. Se pensa che alla nostra sinistra stanno prevalendo i populisti e il Partito democratico sta diventando sempre più un partito corbyniano e alla nostra destra stanno prevalendo i sovranisti Salvini e Meloni, che hanno completamente estinto i moderati di quell'area, vuol dire che c'è uno spazio politico enorme per i riformisti. Uno spazio che può essere superiore al 20 per cento. Io oltre alle percentuali attuali mi concentrerei sulle percentuali potenziali».

Ma, tanto per fare un nome, Mara Carfagna finora non si è fatta attrarre, peraltro lei è all'opposizione e voi al governo, quindi questo spazio politico di cui lei parla resta solo potenziale.
«Noi viviamo questa nostra esperienza di governo come un'esperienza transitoria nel senso che non abbiamo mai immaginato come fa il Partito democratico di costruire attorno a questo governo un soggetto politico o una coalizione. La nostra idea, piuttosto, è quella di costruire un soggetto politico con tutti i riformisti che in questo momento sono distribuiti fra +Europa, Azione di Carlo Calenda, e i moderati che ormai vivono una condizione di minorità estrema nel centrodestra, quelli del Partito democratico che non vogliono schiacciarsi su un'idea corbyniana del partito, gli ambientalisti di governo e non i "signornò". Sono queste le forze che immaginiamo di aggregare».

Non una Federazione, addirittura costruire un soggetto unico?
«Italia Viva è nata proprio per questo. Così andremmo oltre l'orizzonte delineato dai sondaggi, che noi non dobbiamo guardare ogni settimana. Ricordo Matteo Salvini nella scorsa legislatura: i sondaggi lo davano al quattro per cento. Giorgia Meloni era data al due per cento. E ora hanno le percentuali che hanno».

Come spiega queste oscillazioni?
«Oggi c'è una mobilità elettorale molto più spinta rispetto al passato. Un tempo si facevano fior di dibattiti per uno zero virgola qualcosa, ora si guadagnano punti in più nello spazio di uno, due mesi. Perciò noi siamo assolutamente tranquilli e non viviamo con la sindrome dei sondaggi settimanali, viviamo con la sindrome di far crescere il prodotto interno lordo, sbloccare le opere, tagliare le tasse e creare lavoro».