parlamento Mezzogiorno

Faraone: "Le distanze aumentano fra Nord e Sud. Se non si agisce alla radice sarà sempre così"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L'intervento pubblicato da "Taranto Buonasera", 6 ottobre 2022.

Un'analisi di YouTrend fotografa un dato incontrovertibile: i partiti che più di tutti hanno raccolto voti al Nord sono la Lega, con il 65% dei voti e la nostra lista, quella del Terzo Polo, con il 57%. La Lega al Sud raccoglie il 19% dei suoi voti, il Terzo Polo il 20%, un dato che per me, rappresentante istituzionale del Terzo Polo nel Mezzogiorno, è allarmante. Noi come la Lega, come quelli dell'ampolla del dio Po, come quelli di Pontida. Lasciatemi dire che un po' mi impressiona.

Un altro dato interessante, anche se abbastanza prevedibile, è quello del M5S: prende più voti nel Mezzogiorno e il 56% dei suoi elettori risiede al Sud e nelle Isole.

Rispetto a questi numeri le nostre reazioni possono essere due.

La prima: l'idea che al Sud ci sia più ignoranza, parassitismo e quindi si vota chi è disponibile a dare risposte senza voler cambiare nulla, per mantenere lo status quo, proponendo soltanto assistenzialismo e chiedendo elemosine. E per di più attribuendo a quel consenso la qualità di una forza politica. E quindi, meno voti prendi al Sud più sei bello, bravo e serio. E tranne quei pochi elettori meridionali che ci votano tutti gli altri sono servi, tutti sciocchi.

La seconda reazione, più complicata, meno schifiltosa, ma più giusta a mio parere, è la reazione di chi mostra più rispetto per la gente del Sud. Di chi sa registrare ed esaltare le sue eccellenze, ma non si rassegna ad evidenziarle in quanto casi isolati, mosche bianche, isole felici, ma si pone il problema di come moltiplicarle, di come sfruttare le enormi opportunità esistenti nel Mezzogiorno.

Basta fare una passeggiata nelle regioni settentrionali, ascoltare gli accenti, leggere i cognomi sulle carte di identità, in alcuni casi anche i nomi, per comprendere quanta classe dirigente del Paese viene dal Sud e vive al Nord, quanti di loro hanno fatto la fortuna in territori diversi da quelli dove sono nati. Quanti soldi spesi per formarli, quanti sacrifici dei genitori, e poi quello straordinario capitale umano messo a disposizione di una terra ricca e sviluppata, che diventa sempre più ricca e sviluppata, e la terra natia, quella a cui sono più legati resta ai margini, ultima in classifica, anche con la loro involontaria complicità. Se vuoi restare lo fai ma alle condizioni esistenti.

Poche opportunità, pochi servizi. Dov'è il Freccia Rossa? Dove sono gli asili? Il tempo pieno? Qual è la qualità delle nostre Università, dei nostri ospedali, delle nostre strade? Dov'è il lavoro? O così o altrimenti vai via e amen. E chi vuole restare, magari sfruttando i mezzi messi a disposizione dallo Stato, il Rdc tra questi, in attesa di un'opportunità, è un nullafacente per definizione, un elettore di serie B, uno disponibile a scambiare il suo voto con una paghetta mensile.

Non mi interessa adesso approfondire le ragioni del perché nel Mezzogiorno ci siamo ridotti così, il perché di questa arretratezza. Potrei azzardare qualche analisi ma non voglio parlarne qui, è così, punto! So però che le nuove generazioni non ne hanno nessuna colpa. Su questo storytelling, Conte ha registrato la sua fortuna elettorale ma anche la sua egemonia culturale. Noi non possiamo accettarlo. Dobbiamo denunciare Conte ed il M5S per diffamazione e citarli per danni, non possiamo fare di tutta un'erba un fascio. Non possiamo regalargli quelle donne e quegli uomini del Sud che in buona fede, in attesa di un lavoro, senza voler andare via dalla propria terra, hanno utilizzato uno strumento che lo Stato, non la malavita organizzata, gli ha messo a disposizione. Lo sottolineo perché in alcuni quartieri delle nostre città, la mafia ha sempre organizzato un suo stato sociale per chi non ce la fa, gli garantisce l'assistenza.

A tutti quelli che: "Nell'Italia che conta noi ci siamo", li inviterei a fare una passeggiata con me allo Zen, a Brancaccio, a conoscere prima di straparlare. Lo sappiamo, non funziona lo strumento messo in campo dai Cinque Stelle, non crea lavoro, assiste poco i poveri ed è troppo spesso strumento per furbetti, ma non è mortificando chi lo utilizza che si costruisce un'alternativa.

Paradossalmente poi, più investi e più le distanze tra il Nord ed il Sud del Paese aumentano e se non si agisce alla radice sarà sempre così. L'autonomia differenziata, parliamone bene, i costi standard, il criterio di ripartizione delle risorse tra le Università, l'utilizzo dei fondi del Pnrr (nemmeno il 40% ci salverà se non ci sono progetti e personale qualificato per farli al Sud)... Vedere Sala, il sindaco di Milano, e quelli della Lega che, anziché porsi il problema di come mettere le regioni e le città del Sud nelle condizioni di usare bene quelle risorse, si fiondano come avvoltoi su quei danari, dicendo: "Visto che loro non riescono dateli a noi", mi indigna. Ma che razza di Paese siamo diventati? Ho sentito proporre da gente liberale", "riformista", le gabbie salariali, anche per il Reddito di cittadinanza. Parametrarlo al costo della vita, infischiandosene della qualità della vita, dei servizi, del fatto che al Sud magari un farmaco che al Nord trovi gratuitamente qui lo paghi, oppure le liste d'attesa infinite, la mancanza delle aule a scuola, gli uffici comunali che non funzionano. Se volete continuo, ma non mi sembra il caso di annoiarvi ancora.

Una forza nuova, nazionale, che vuole radicarsi e vincere deve conoscere in profondità il Sud, deve rispettare le sue debolezze, deve evitare di conviverci, deve evitare toni violenti e sprezzanti, deve proporre un cambiamento serio che rifugga dalla semplificazione. In mezzo c'è tanta altra roba significativa che va studiata, analizzata e a cui vanno date risposte concrete. Ma non tocca alla gente del Nord questa elaborazione, spetta innanzitutto a noi dimostrare che non vogliamo essere la terra in cui vengono date agevolazioni fiscali ai pensionati per venirci a vivere, la terra in cui si campa d'aria perché la ricchezza e la produzione è altrove, la terra in cui prolifera un vivaio dove far crescere e formare i giovani che poi vanno a giocare altrove. La terra a cui sventolare il modellino del Ponte sullo Stretto per farla stare zitta e buona. Questa divisione dei compiti non mi convince e a questi compiti assegnati io non mi rassegno.