primavera delle idee

Dai vaccini al voto ai sedicenni, ancora un pomeriggio di eventi con la Primavera delle Idee

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Report dagli appuntamenti del 25 marzo 2021.

Ancora due appuntamenti con gli esponenti di Italia Viva, ieri, giovedì 25 marzo 2021, ad animare il dibattito on line. Si è parlato di vaccini con Annamaria Parente e Lisa Noja e di voto ai sedicenni con Maria Chiara Gadda e Marco Di Maio, nell'appuntamento a cura di Iv Varese.

Il piano vaccini anti-Covid, le priorità per le categorie vulnerabili, le differenze tra regioni da superare: questi i temi del video-incontro in streaming sulla piattaforma Zoom organizzato da Annamaria Parente (Presidente Commissione Sanità al Senato) e Lisa Noja (capogruppo in Commissione Affari sociali e Salute alla Camera). Al centro del dibattito, le difficoltà che in varie regioni si stanno riscontrando, quanto a ritardi e disservizi, nelle prenotazioni e nelle tempistiche delle vaccinazioni e l’impegno di Italia Viva, dopo quello per il nuovo piano vaccinale del Generale Figliuolo e quello per l’inserimento delle persone vulnerabili in fascia prioritaria, anche per garantire una somministrazione uniforme nei tempi e per categorie a livello nazionale.


Giovani protagonisti nell’interessante incontro in videoconferenza con i parlamentari Marco di Maio e Maria Chiara Gadda, dal titolo “Voto ai 16enni, la rappresentanza dei giovani e le riforme che servono”, organizzato da Italia Viva Varese, moderato dal coordinatore provinciale Giuseppe Licata. Partendo dai numeri statistici della rappresentanza giovanile nei due rami del Parlamento italiano, anche raffrontati a quella di altri Paesi, il dibattito ha toccato temi di stretta attualità come l’importanza dell’educazione civica nel sistema scolastico italiano e le possibili modifiche alla legge elettorale. Nello spirito della Primavera delle Idee, la proposta di Italia Viva, espressa da Marco Di Maio, è stata quella di dare maggiore rappresentanza ai giovani nel prossimo Parlamento dimezzato, equiparando a 18 anni l’età minima dell’elettorato attivo per Camera e Senato e a 25 anni quella dell’elettorato passivo. Quindi più giovani in politica, non soltanto facendo votare i più giovani, ma anche permettendogli di essere effettivamente eletti, per una Italia davvero proiettata nel futuro.