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Covid e scontri in piazza, Scalfarotto: "Ai politici che soffiano sul fuoco dico basta. Le violenze sono inaccettabili"

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Estratto dell'intervista di Paolo Berizzi, "la Repubblica", 7 aprile 2021.

Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno, è preoccupato per la tensione che cresce nelle piazze?
“Mi preoccupa perché siamo in una situazione molto delicata. Che richiede la massima attenzione e grande senso di responsabilità. Da più di un anno il Covid ha costretto l’Italia ad affrontare e a vivere un’emergenza impensata, inaudita, difficilissima per tutti. Sia da un punto di vista sanitario – con oltre 100mila morti finora -, sia da un punto di vista economico – con 1 milione di posti di lavoro persi. La rabbia e il disagio dei cittadini sono comprensibili, ci sono strati di società allo stremo. Ma un conto sono le proteste pacifiche, a cui bisogna dare risposte adeguate, e un conto è la violenza. La violenza è inaccettabile e non è mai la soluzione”.

Gli incidenti di ieri di fronte a Montecitorio. Che cosa ha pensato?
“Che con la violenza, appunto, non si ottiene niente. Lo dico anche a quei politici che, irresponsabilmente, anziché mandare messaggi di fiducia, soffiano su paura e disperazione. Chi specula sul disagio – che, ripeto, merita rispetto - della gente, per calcolo politico e per trarne un vantaggio personale non aiuta il Paese ma lo danneggia. Voglio ringraziare le forze dell’ordine che ieri hanno fatto un lavoro straordinario gestendo la situazione con grande intelligenza”.

È molto probabile che le proteste continueranno ed episodi come quello di ieri possano ripetersi. Come risponderà il governo?
“Diciamo che per ora si tratta di casi isolati. Nel senso che la stragrande maggioranza degli italiani ha dato prova di maturità e di buon senso davanti alle crescenti difficoltà legate all’epidemia e a tutto ciò che essa a ha comportato e comporta. Il governo farà due cose: darà risposte a chi ha più bisogno, e penso ai lavoratori non protetti, cioè che non hanno stipendio fisso. E però risponderà in modo fermo, democraticamente fermo, a chi cercherà di trasformare la rabbia in violenza. E’ giusto sterilizzare le ragioni della protesta con azioni e aiuti concreti, ma è anche dovere dello Stato far rispettare i valori della legalità e della sicurezza dei cittadini, che non sono negoziabili”.

Sei mesi fa la violenza del fronte negazionista, no mask, no vax, estremismo politico, ultrà, criminalità organizzata, esplose in diverse piazze. È uno scenario che rischia di ripetersi. Che cosa è cambiato in questi sei mesi?
“C’è un effetto psicologico paradossale. E’ sempre così: più sei vicino alla fine di una sofferenza e più sei impaziente e insofferente. La fase che stiamo vivendo è proprio questa. Adesso abbiamo i vaccini, che allora non avevamo. Abbiamo iniziato a vedere la luce e sappiamo che nel giro di qualche mese ne saremo fuori. Normale, purtroppo, che dopo tutto questo tempo in cui abbiamo limitato le nostre vite, i nostri spazi, il lavoro, gli animi siano esasperati. Una classe dirigente responsabile dovrebbe sottolineare che siamo alla fine del tunnel, che grazie ai progressi della scienza nel giro di poco potremo tornare a vite normali. Poi, certo, ci sarà da ricostruire e ripensare l’economia. E sarà un lavoro immane. Chi lancia messaggi in altra direzione, per sfruttare la crisi sociale, è irresponsabile”.

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.