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Coronavirus, storia di Roberta Bellesi, una di noi, un medico prima di tutto

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Un articolo di Chiara Marconi.

Roberta Bellesi, una di noi, un medico prima di tutto, una donna sempre pronta a muoversi per le giuste cause, solo per citarne una la raccolta firme sullo ius culturae. In queste ore di assoluta necessità per il nostro paese ha deciso di rimettersi in gioco, vi racconto la sua storia e ciò che di prodigioso ha compiuto.

Oggi parliamo di una piccola, grande eroina, una dei tanti medici che in queste ore tragiche per il nostro paese, ha deciso di mettersi a disposizione, ma non per ottenerne un “plauso”, bensì perché è la sua missione, nonostante sia in pensione. La competenza che diventa in un momento del genere “oro”, quella di questa donna che potrebbe starsene tranquillamente a casa con i propri nipoti, il marito, i propri cari ed invece dignitosamente e professionalmente si mette a servizio del paese così come ha sempre fatto.

Roberta è nata in prima linea, medico specializzato in medicina d’urgenza, ha lavorato per anni all’Ospedale di Santa Maria Annunziata, di Bagno a Ripoli, la pensione è arrivata nel 2018, ma non si è mai fermata, ha continuato a lavorare come formatrice, legandosi alle associazioni di misericordia che sono presenti sul territorio regionale. E’ stata tra i primi che ha seguito il “Progetto Harvard”, che ha preso il via in Toscana nel gennaio 2003, grazie ad un'intesa tra assessorato al diritto alla salute della Regione, Università di Firenze, Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston e Harvard Medical Faculty Physicians. Tutti insieme hanno sviluppato e realizzato l'idea di creare un'infrastruttura per la formazione in Medicina d'Urgenza e di certificare tutto il personale medico in servizio nel sistema di emergenza regionale.

Il progetto durato un anno ha generato i primi 24 formatori, che tra il 2003 ed il 2004 ha avviato un nucleo pilota di 24 medici, tra cui la dottoressa Bellesi ne è diventata docente, formando professionisti altamente qualificati. Roberta non ha chiesto di ottenere notorietà con il suo gesto, ma con molta naturalezza ha “ripreso” a fare il suo lavoro e come lei quello di molti altri suoi colleghi che hanno compiuto lo stesso passo.

Il giuramento di Ippocrate, quello che tutto il personale medico è tenuto ad osservare/giurare, recita tra le altre cose: “prestare assistenza d’urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’autorità competente”.

Grazie Roberta, gloriosa donna e ai tuoi tanti colleghi, che con tenacia e caparbietà state salvando il nostro paese!