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Lettera aperta a chi sta combattendo in prima linea nei nostri ospedali"

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La lettera del parlamentare di Italia Viva. 

È bene che ce lo diciamo, è bene che lo capiamo fino in fondo: siamo nel bel mezzo di una guerra. Silenziosa, non convenzionale, senza spari, ma contro un avversario invisibile e pericoloso, dal quale possiamo difenderci solo grazie a dei condottieri che nelle corsie degli ospedali stanno lottando in uno dei conflitti sanitari più feroci che la storia recente ricordi.

Quei guerrieri siete voi e a voi vorrei rivolgere queste parole colme di gratitudine. Da semplice cittadino, una volta tanto, e non da parlamentare o uomo delle istituzioni. Per molti milioni di italiani questa "quarantena" forzata è punteggiata dalla preoccupazione per la propria salute; dall'ansia per i malati e i contagiati; dal nervoso per le conseguenze economiche; dalla noia e anche da un pizzico di ilarità. Per nessuno di noi, però, c’è da portare il peso poderoso che portate voi sulle spalle: quello di un'intera comunità che ripone in medici, infermieri, operatori sanitari e tecnici la fiducia e la speranza di uscire presto da questo conflitto.

Ho la fortuna di conoscere alcuni di voi che qui, in Romagna, state lottando negli ospedali a fianco dei nostri pazienti. Conosco le difficoltà, conosco le carenze organizzative; conosco il coraggio, l'ardore e lo spirito di servizio che anima il vostro impegno. Sono a conoscenza anche delle mancanze di chi dovrebbe esservi vicino (per ruolo) e invece non c’è; così come so di chi cerca di compiere ingerenze inaccettabili. Per questo, dopo l'ennesima telefonata e l'ennesimo sfogo ricevuto oggi, ho deciso di scrivere queste righe. Penso anche a come possano vivere queste settimane i vostri familiari; penso alle loro angosce e penso alle vostre rinunce.

Chiunque abbia un familiare che svolge un lavoro simile al vostro sa a cosa mi riferisco; ma soprattutto voi sapete meglio di chiunque altro cosa significhi. Pochi si rendono conto che per salvare le vite degli altri, per sconfiggere questo malefico Covid-19 e tutelare la nostra salute, mettete a repentaglio la vostra. Per questo ho vissuto come un colpo allo stomaco l’inaccettabile l'affermazione di chi - dall'Istituto superiore di sanità - ha voluto disquisire su dove i medici e infermieri contagiati abbiano contratto il virus, se in ospedale e nella a causa di comportamenti privati. Non meritate quest'onta: state lottando spesso a mani nude, in condizioni senza precedenti, in un contesto storico mai visto prima.

Non so quali siano gli aggettivi e i sostantivi per definire la battaglia epica che state svolgendo: eroi, guerrieri, angeli... So, però, che oltre a occuparci di noi e ad assicurarci uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, ci rendete orgogliosi e fieri di appartenere a questa terra. È niente rispetto a quello che fate e a ciò che meritate: ma spero che almeno un briciolo dell’estrema gratitudine che vi dobbiamo, possa arrivarvi con queste poche righe.

Con riconoscenza,
Marco Di Maio