L'intervento della parlamentare di Italia Viva pubblicato da "il Sole 24 Ore", 25 novembre 2020.
Dietro ogni donna che subisce violenza c'è un uomo che la compie. Eppure, se ormai la rete dei centri di sostegno e rifugio per le vittime è ampia e abbastanza strutturata, le strutture rivolte agli uomini sono poche e mal distribuite sul territorio. Per contrastare le recidive e colmare la lacuna sono stati presentati in Senato dalla maggioranza due disegni di legge sovrapponibili, uno a firma della senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti, l'altro a firma della collega M5S Alessandra Maiorino. Due proposte che disciplinano l'istituzione dei centri, il loro finanziamento e le condizioni in cui gli uomini possono essere destinati a frequentare i corsi.
Conzatti fuga immediatamente l'obiezione più diffusa: «Non si toglie l'attenzione dalle donne per spostarla sugli uomini. Il lavoro sugli uomini è una delle tante strategie da mettere in atto per contrastare la violenza contro le donne. Ed è una strategia ancora molto inesplorata. Sugli uomini si lavora per proteggere le donne dalla recidiva, si lavora per proteggere i figli che assistono alla violenza o che la subiscono, si lavora per evitare che facciano violenza su altre donne nei rapporti successivi».
Il Ddl Conzatti, in 5 articoli, istituisce un fondo dedicato da i milione di europea il2020 (già finanziato con il decreto agosto) presso il ministero delle Pari Opportunità, che sale a3 milioni per il zone il 2022. Il riparto dovrà avvenire annualmente, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni, tenendo conto della programmazione locale e del numero di centri già presente. «Sono risorse aggiuntive rispetto a quelle per i centri antiviolenza, che riteniamo comunque vadano incrementate», precisa la senatrice Iv, segretaria della commissione d'inchiesta sul femminicidio.
«Nessuno paga il corso agli uomini: l'articolo 4 del Ddl prevede chela partecipazione sia subordinata al versamento di un contributo da parte dei partecipanti, che sarà determinato dallo stesso decreto di riparto delle risorse. L'unica eccezione è il caso in cui si tratti di indigenti», spiega Conzatti. Il disegno di legge prevede che per gli autori di violenza i questori dispongano l'obbligo di frequenza ai corsi contestualmente all'ammonimento introdotto dalla legge 11/2009 sullo stalking. E inserisce l'obbligo di percorsi di otto mesi anche per gli imputati di reati di violenza di genere destinatari di misure cautelare.