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Conzatti: "Al lavoro a Bruxelles per ottenere la proroga della concessione per Autobrennero"

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L'intervista pubblicata da "l'Adige", 22 ottobre 2020.

Ci sono margini seri perché, nella interlocuzione del governo con la Commissione europea, si possa ottenere una proroga della concessione di A22?
«Ci sono dei precedenti, come la proroga di concessione autostradali in Francia e una in Portogallo nell'idroelettrico» risponde la senatrice Donatella Conzatti (Iv), che a Roma segue attivamente ogni passaggio della partita della nuova concessione. La novità di questi giorni è che la ministra alle infrastrutture e ai trasporti, Paola De Micheli, si è impegnata su due fronti: a fare un ultimo tentativo a livello politico, a Bruxelles, con il Commissario per l'economia, Paolo Gentiloni; a costituire un tavolo tecnico, con i soci pubblici territoriali di Autobrennero, per risolvere le criticità in caso si percorra la soluzione riscatto (preferita dalla ministra) per liquidare i soci privati: responsabilità degli amministratori della spa, governance, contenzioso sugli extraprofitti, adeguatezza del Pef.

Senatrice Conzatti, la proroga seguirebbe l'ipotesi del Piano Colao?
«Esatto. Una proroga a tempo, per qualche anno, vincolata alla realizzazione di opere. Come fatto in Francia».

Il presidente Kompatscher, dopo la lettera di Gambs, il vicedirettore della Direzione mercato interno della CE, dice che non si può parlare di proroga, perché la concessione non esiste più, è scaduta dal 2014.
«Conosco la posizione di Kompatscher, e qui ogni posizione è legittima. Ma quella lettera è irrituale: se il quesito è stato posto dal governo, la risposta doveva arrivare al governo, non all'ambasciatore».

Quindi, ora, la palla passa a Gentiloni...
«La competenza è della Vestager. Ma è chiaro che serve una verifica politica. lo stessa ho scritto a Gentiloni».

Per comunicare cosa?
«In qualità di componente dell'ufficio di presidenza della commissione bilancio del Senato, ho comunicato l'esito dell'approvazione del Decreto Agosto, che ha posto il nuovo termine, il 29 dicembre, per la firma della concessione. Con due ordini del giorno, il governo è stato impegnato ad una doppia verifica a Bruxelles: la possibilità di proroga e, prima ancora, la eliminazione del vincolo della totalizzazione pubblica, dato che la direttiva del 2014 permette l'affido diretto a società che abbiano una presenza di minoranza di soci privati».

Se da Bruxelles arriverà un no definitivo, su entrambi i fronti, non resta che il riscatto delle azioni...
«Su questo è positivo che la ministra abbia accolto la richiesta dei soci di affrontare tutte le criticità. che sono tante».

Quali?
«Sul piano giuridico, per il riscatto si va in deroga al Codice civile, perché lo statuto di Autobrennero non lo prevede: è da vedere se la soluzione regge dal punto cli vista costituzionale. Sul lato aziendale-giuridico, i soci privati aprirebbero un contenzioso verso gli amministratori che li hanno estromessi fissando loro il prezzo delle azioni...».

C'è chi osserva che non si può subire il ricatto dei privati..
«Vero, ma i diritti vanno rispettati: se mi estrometti da una società e fissi tu il prezzo, io legittimamente mi oppongo».

Altri rischi?
«Che in caso di contenzioso un giudice accolga la sospensiva delle delibere della spa. Col riscatto, come proposto dalla ministra, c'è il rischio di bloccare la operatività della società, altro che accelerare gli investimenti».

Come potrebbe essere rivista la soluzione riscatto?
«Bella domanda! Toccherà al tavolo tecnico tra ministero e soci pubblici valutarlo. Intanto, va fatta la doppia verifica a Bruxelles».

Subito...
«Sì, prima che nella legge di bilancio si inserisca la norma ad hoc. I tempi sono stretti, perché l'articolato sarà pronto entro una decina di giorni. Ma non deve essere inserita, nel testo cli legge, la soluzione del riscatto fin qui prospettata: vorrebbe dire che il governo e il Mit hanno già deciso e che la interlocuzione a Bruxelles è pura formalità».

Colpisce che i soci pubblici territoriali evidenzino ora delle criticità, come la governance e la "totalizzazione pubblica", che hanno accettato sottoscrivendo nel gennaio 2016 l'accordo con l'allora ministro Delrio.
«È vero. E così. L'errore arriva da lì. Ho cercato di capire perché sia stato fatto. Diciamo che allora si è stati più realisti del re. Ma, ora, se l'obiettivo è comune, evitare di mettere a gara la concessione, dovremmo superare le divisione politiche, riconoscendo, i trentini ne siano consapevoli, che l'A22 è strategica per lo sviluppo del territorio, ed è quindi prioritario tutelare la società Autobrennero, per la sua appartenenza territoriale con la sede a Trento, per il gettito fiscale che garantisce, per le ricadute occupazionali che assicura».