paese istituzioni

Comunali, Migliore: "Altro che Pd - M5S, a Napoli si parta dall'alleanza vincente di De Luca"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista di Conchita Sannino, "Napoli - la Repubblica", 27 febbraio 2021.

 

 

«Roberto Fico? Se intende candidarsi a Napoli deve dirlo e schierarsi: non è un politico qualunque, ma la terza carica dello Stato». A partita dei sottosegretari chiusa, Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva, dà lo stop all'alleanza. In questa partita è Iv, che alle regionali è arrivata al 7,4%, l'unica sponda per De Luca. I cui rapporti con i renziani, a quanto pare, non sono comunque idilliaci.

Gennaro Migliore, come mai siete schierati contro Fico? Voi renziani avete fatto nascere il Conte Il e il presidente della Camera era l'ufficiale di collegamento con la sinistra. Ora?
«Non sono assolutamente contro Fico. Lui è il presidente della Camera e svolge una funzione di garanzia per tutti. Se intendesse candidarsi dovrebbe, più di chiunque altro, farlo sapere e schierarsi apertamente. Ma trovo singolare che si parta da un nome piuttosto che da un progetto».

Il Pd di Napoli parte da una scelta: proseguire nell'alleanza con i 5S. Siete contrari?
«Con il governo Draghi in campo, non esiste nessun quadro nazionale obbligato per partire dall'alleanza Pd-M5S. Io mi tengo stretta l'alleanza vincente per le regionali: le candidature sono il prodotto di un progetto politico. Se si parte dall'idea che esista un asse privilegiato tra dem e pentastellati, che mi pare in difficoltà anche a Roma e a livello nazionale, si destina Napoli a una irrilevanza politica che non merita».

Lei approva tutte le scelte di De Luca?
«La prima fase della pandemia è stata gestita efficacemente. La seconda è più impervia per tutti, e lui comunque sta facendo un grande lavoro sulle vaccinazioni. Sulla scuola, vedo molta sofferenza, ma purtroppo è generale».

Come lv propendete sul candidato Manfredi, come De Luca?
«Contiamo sull'alleanza che ha sostenuto De Luca. E lì il M5S non c'era. Dopodiché: ripartiamo. Se non c'è accordo di coalizione, ci sono le primarie di coalizione».

Primarie a Napoli? Corda in casa dell'impiccato...
«Non mi associo alle superficiali e interessate narrazioni. Dico che la nuova fase politica che si è aperta a livello nazionale non ha cancellato le differenze politiche. Sarebbe utile e vincente avere una proposta unitaria, ma allo stato non mi pare ci sia. Non c'è un candidato, ma addirittura non c'è il metodo. Il Pd dice che ha un nome, il M5S fa intendere altrettanto, poi ci sono Alessandra Clemente, Bassolino e non so quanti altri che si propongono».

C'è o ci sarebbe a destra Maresca, ritenuto un candidato insidioso per tutto il vostro schieramento.
«E qui c'è un altro bel problema. Se fosse davvero candidato col centrodestra il sostituto procuratore generale Maresca, come sembra da alcune circostanze e come molti dicono, saremmo di fronte ad una grave violazione del codice etico della magistratura. Nulla di personale, ci mancherebbe: un pm che è stato molto impegnato. Ma l'idea che si possa far campagna più o meno sotterranea, mentre si è ancora alla Procura generale, e nello stesso distretto, onestamente è inaccettabile».

Lei è stato sottosegretario alla Giustizia, con Renzi e Gentiloni. Ha seguito la discussione sul tema, al plenum del Csm?
«Sì, certo. E trovo che il plenum se ne sia, in gran parte, lavato le mani». 

Lei sembrava interessato alla corsa a sindaco. Ha rinunciato?
«Il tema non è personale, ma è quello di costruire una proposta, in un campo riformista».

E cosa pensa della sfida di Bassolino, che per tanti di voi è stato punto di riferimento?
«Sì, lo è stato in tutti i miei anni napoletani. La sua scelta di correre per la quarta volta, a sindaco, la rispetto. Mi sarei aspettato, da garantista, che facesse sentire la sua voce soprattutto sul tema giustizia, vista anche l'incredibile esperienza dei 19 processi finiti in nulla».

Arriverà al ballottaggio?
«Previsione impossibile. C'è ancora tanto lavoro da fare».