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Caso Regeni, Renzi: "Non c'è giorno in cui non ricordi questa vicenda, senza dedicare un pensiero alla famiglia"

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L'intervento in Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, 24 novembre 2020.

Un grande rimpianto: aver saputo della morte di Giulio Regeni "solo il 31 gennaio" 2016. È quello che descrive Matteo Renzi, Presidente del Consiglio ai tempi dell'uccisione del dottorando italiano, nella sua articolata testimonianza in Commissione Regeni.

"Non c'è giorno in cui non ricordi questa vicenda senza pensare alla famiglia, quegli incontri hanno lasciato nei nostri cuori il sentimento di un dolore che non è recuperabile", ha sottolineato il fondatore di Italia Viva.

"Quando abbiamo saputo ciò che accadeva al Cairo abbiamo messo in campo tutti gli strumenti. Abbiamo dei rimpianti? Voglio essere molto sincero - scandisce Renzi - e io, perlomeno, ho pensato tante volte volte 'Perché abbiamo saputo questa notizia soltanto nella giornata del 31 gennaio?' Forse se avessimo saputo prima avremo potuto agire prima, anzi quasi sicuramente. Quel che è certo è che quando siamo stati messi a conoscenza degli eventi la reazione è stata a tutti i livelli di totale sintonia e di gioco di squadra".

"Devo rivendicare con forza ciò che ha fatto il governo" nei giorni della scomparsa di Regeni, assicura Renzi. "Lo faccio con convinzione, perché non si è trattato del lavoro di un singolo ma della risposta dell'Italia a un fatto inaccettabile, che va chiarito nelle sedi della magistratura e che va presentato all'opinione pubblica senza verità di comodo".

"Il Regno Unito su questa storia non ha chiarito fino in fondo", ha sottolineato Renzi, "mi limito a dire questo, c'è qualcosa che non torna nella professoressa che decide di non rispondere. Se chiediamo ad Al Sisi di rispondere alle domande della stampa e una professoressa decide di non rispondere, trovo la cosa inaccettabile per gli standard della democrazia liberale. Chi non ha ancora detto la verità dovrà farlo, sia in Egitto che in Regno Unito".

Renzi poi da' un consiglio a chi guida il governo ora. "Mi permetto di dare un contributo di esperienza: se fossi nei panni del Presidente del Consiglio non ritirerei l'ambasciatore al Cairo perché è un gesto che si fa una volta e che deve produrre delle conseguenze. Nominerei piuttosto un inviato speciale del presidente del Consiglio per far sì che il regime egiziano consenta di processare i responsabili" della morte di Regeni "che la Procura di Roma ha individuato". "Io ritirai l'ambasciatore perché avemmo la sensazione che il presidente Al Sisi non avesse colto fino in fondo la nostra risolutezza nel chiedere la verità", ha concluso Renzi.

Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo indirizzo.