La nota di Matteo Renzi, a margine della riunione della Giunta per, 14 dicembre 2021.
"Oggi al Senato la Giunta per il Regolamento riconosce a larghissima maggioranza (14-2) che esiste una violazione della Costituzione da parte dei PM fiorentini Turco e Nastasi. Si tratta di una decisione fondamentale per la battaglia di civiltà che sto combattendo": così Matteo Renzi, in una nota, a margine della riunione della Giunta del Senato.
La Giunta, infatti, chiederà all'Aula di votare sul conflitto di attribuzione per il caso della Fondazione Open che vede coinvolto Matteo Renzi. La Giunta ha dato il via libera alla relazione della senatrice Fiammetta Modena che ha sollevato un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale contro i magistrati di Firenze che avrebbero inserito nel fascicolo dell'inchiesta la chat con Vincenzo Manes del 3-4 giugno 2018 quando Renzi era già senatore. I pm, come si legge nella relazione, avrebbero dovuto chiedere prima una formale autorizzazione al Senato.
"In altri casi - ha commentato Renzi - alcuni colleghi parlamentari hanno chiesto di utilizzare l’articolo 68 Costituzione per evitare il processo. Io no. Io non chiedo di evitare il processo: chiedo solo che si sanzioni il comportamento illegittimo e incostituzionale del dottor Turco e del dottor Nastasi. Io non ho violato la Legge, gli inquirenti hanno violato la Costituzione: questo è ciò che dimostrerò in tutte le sedi istituzionalmente preposte. Io non scappo dalla giustizia, io chiedo giustizia".
"In questa bella giornata - conclude Renzi - dispiace per l’atteggiamento del PD che finisce per astenersi inseguendo il Movimento Cinque Stelle. I resti di quello che era un partito riformista e garantista inseguono Conte e i suoi adepti nel peggior populismo, quello giudiziario. Sono curioso di vedere come voteranno in Aula a scrutinio palese i colleghi del Pd, ricordando i principi sui quali sono stati eletti. Per il momento ringrazio la Giunta, il Presidente, la relatrice e in particolare modo i colleghi commissari di Italia Viva che stanno combattendo - non da soli - una battaglia di civiltà giuridica e di dignità per la politica".