giustizia paese istituzioni

Caso Open, comunicato ANM, Giachetti: "Sarebbe ora di alzare la voce sui veri mali della giustizia"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L'intervento del parlamentare di Italia Viva, 10 novembre 2020.

"È appena uscito un comunicato dell’ANM, nel quale - in riferimento alle parole di Matteo Renzi sull’inchiesta di Firenze sulla Fondazione Open - si afferma che "sono inaccettabili, pur nella libertà di critica, prese di posizione che tentano di delegittimare la magistratura". Così un post a firma di Roberto Giachetti, condiviso sulla sua pagina Facebook.

"Intanto vorrei capire - prosegue Giachetti - secondo l’ANM chi stabilisce la riqualificazione del diritto di critica in delegittimazione? Perché, se le indagini a mio carico vengono rese note, spesso in violazione del segreto istruttorio, attraverso i giornali che ricevono le soffiate dalle procure, io poi non ho il diritto di criticare pubblicamente quelle indagini, magari utilizzando argomenti e parole che altri magistrati in sede di giudizio hanno usato? Cosa c’è di destabilizzante nel fare una critica pubblica? In base a quale principio chi viene sottoposto ad un’indagine non può avanzare critiche pena l’accusa di lesa maestà, o appunto, di delegittimazione dell’istituzione della magistratura?"

"Quindi - spiega Giachetti - per l’Associazione Nazionale magistrati a delegittimare la magistratura non è lo scandalo delle correnti del CSM, non è tutto il putridume uscito con la vicenda Palamara sulla nomina dei Capi delle Procure, non sono gli arresti facili che vengono sconfessati dalla Cassazione (penso al Sindaco di Bibbiano) e dai Tribunali del riesame (qualcuno ricorda la vicenda di Lara Comi?), non sono le indagini che durano anni prima di arrivare a sentenza con migliaia di persone che sono in galera in attesa di giudizio (spesso addirittura di un primo grado), non sono le migliaia di persone (28.893 tra il 1991 e il 2019) vittime di ingiusta detenzione o veri errori giudiziari che costano allo stato in media all’anno circa 28 milioni e 400 mila euro, non è la praticamente costante violazione del segreto istruttorio, non sono gli avvisi di garanzia che arrivano agli imputati prima dalla lettura dei giornali che per posta, non sono le intercettazioni ininfluenti ai fini dell’indagine che servono solo a sputtanare la gente su giornali e tv, e mi fermo per pietà".

"No, per l’ANM a delegittimare la magistratura è chi - citando le motivazioni con cui la Cassazione stronca il provvedimento di sequestro da parte della Procura di Firenze dei beni informatici di Marco Carrai, ovvero: 'a ben guardare non sono definiti in alcun modo i contorni essenziali della vicenda, che dovrebbe ricondursi ad un traffico di influenze, in assenza del riferimento al tipo di mediazione richiesta o all’individuazione della controprestazione da remunerare e soprattutto in relazione alla determinabilità dei pubblici ufficiali, temi cui sarebbero poi da ricondurre le attività investigative di ricerca della prova, che nel caso di specie risultano invece volte non tanto a trarre conferme di ipotesi ragionevolmente formulate, bensì ad acquisire la vera e propria notizia di reato, dovendosi invero reputare inconsistente sul piano del fumus commissi delicti il mero riscontro di investimenti fatti in favore di una società lussemburghese, il cui oggetto è quelle dell’acquisizione di partecipazioni' - manifesta qualche dubbio sulla correttezza e precisione dell’iniziativa giudiziaria", sottolinea Giachetti.

"Io resto convinto - conclude Giachetti - che la maggior parte dei magistrati operi, nel delicato mondo della giustizia, con serietà e responsabilità, ma, forse, sarebbe arrivato il momento che qualcuno di loro facesse sentire la propria voce sui veri mali della giustizia che, questi sì, provocano la delegittimazione della magistratura, senza limitarsi ad assistere inermi all’alzata di scudi di un sindacato che, nonostante tutto quello che accade, non trova mai un’occasione per fare una seria autocritica".