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Cappello: "La politica è spirito di servizio e capacità di cambiare le cose, con coraggio"

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Intervista di Ilenia Litturi, "Corriere del Veneto", 15 ottobre 2021.

Alessia Cappello è la giovane vicentina assessore del Sindaco Sala a Milano. Radici siciliane, figlia di due medici, nata e cresciuta nel vicentino, a Montecchio Maggiore, da dove, dopo il diploma al Pigafetta è partita alla volta di Milano: laurea alla Cattolica in comunicazione d`impresa e master Publitalia. Lavoro come global brand manager in una grossa multinazionale, poi la Leopolda e il trampolino di lancio, diventa portavoce dei Riformisti e coordinatrice di Milano. «Tutta farina del mio sacco», ci tiene a sottolineare.

Da una manciata di giorni è Assessore allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro con Beppe Sala che l'ha voluta a Palazzo Marino. Uno degli assessorati più importanti e strategici per la città italiana che più di tutte capta e interpreta il futuro europeo. La 36enne conferma anche la delega alla Moda e al Design.

Sul suo profilo Facebook, poco dopo la nomina ha scritto «ogni volta che ho avuto paura, ho scelto di avere coraggio. Sono onorata della nomina. Ci metterò il massimo impegno. A volte i sogni diventano realtà; a volte la realtà è ancor meglio dei sogni».

«Siamo amiche da anni - racconta la Senatrice Daniela Sbrollini (IV) - è brillante, ha talento e ci stupirà».

Chi è Alessia Cappello?
«Una giovane donna che ha tanti sogni e tanta voglia di mettersi al servizio e fare bene con coraggio».

Tina Anselmi, prima donna ministro (al Lavoro e Previdenza sociale) ha detto «a un certo punto capii che per cambiare il mondo bisognava esserci». Come è arrivata in giunta a Milano?
«Grazie al mio doppio percorso. Quello lavorativo in primis perché l'esperienza politica attiva è recente. È nato tutto grazie alla ministra Bonetti (Elena Bonetti, titolare delle Pari opportunità e della famiglia ndr), con la quale è maturato un rapporto di stima reciproca in tempi non sospetti. Ha visto in me concretezza, determinazione, voglia di fare bene, visione, innovazione e quindi pari opportunità».

Cos'è per lei la politica?
«È una vocazione, spirito di servizio, ma soprattutto la capacità ci cambiare le cose, potere nel senso di verbo piuttosto che sostantivo».

Perché a suo avviso in una territorio economicamente importante come quello vicentino in Provincia siedono 14 uomini e solo due donne?
«C'è un lungo lavoro da fare sul tema delle pari opportunità. Faccio un invito alle giovani donne a invertire la rotta perché è in questo il lavoro da fare».

Che ricordo ha di Vicenza?
«Vicenza è la prima casa, la prima famiglia, le amicizie vere, i legami veri forti, duraturi, per sempre. Milano la seconda».

Sa che a Rotzo (Altopiano dei Sette Comuni) negli anni Sessanta ci fu un'amministrazione interamente rosa? Scoppiò un caso. Che differenza possono fare le donne?
«Bella notizia. Le donne possono fare un'enorme differenza perché le cose che vanno cambiate sono culturali, valoriali ed educazionali. Una rivoluzione che può essere fatta solo dalle donne».

Gender gap: quali sono gli ingredienti per la crescita e lo sviluppo della società?
«Il Family Act e il lavoro della ministra Bonetti».