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Boschi: «L'abbraccio con Elly? Ho un buon rapporto, noi aperti al dialogo. Da Conte c'è rancore»

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Intervista a Maria Elena Boschi per «Il Corriere della Sera» del 7-10-2024

di Alessandra Arachi

Boschi (Iv): forse lui sta aspettando Trump

Il campo largo sembra diventato campo stretto, Italia viva è sotto il tiro di Conte e Avs. Maria Elena Boschi, come se ne viene fuori?

«Provo imbarazzo per le polemiche. Il mondo brucia, dall'Ucraina al Libano. E noi qui vediamo Giorgia Meloni alla ricerca della talpa nella chat e Antonio Tajani che va alla sagra dell'uva di Marino. Matteo Salvini pensa a Pontida mentre un chiodo blocca i treni e divide l'Italia in due. Davanti a questo scenario serve l'unità del centrosinistra, non i paletti di Giuseppe Conte e Avs».

Quando e come nasce l'abbraccio con la segretaria pd?

«Elly Schlein ha detto: se vogliamo vincere dobbiamo far cadere i veti. E noi abbiamo dato disponibilità a fare un percorso programmatico. Di questo dovremmo parlare. Dei costi dell'energia, delle accise, dei prezzi per le famiglie, delle difficoltà nel mondo scolastico e sanitario. Invece il rancore di Conte, che ancora non digerisce la sostituzione con Draghi, sta fermando il cantiere del centrosinistra».

Il suo rapporto con Schlein?

«Ho un buon rapporto personale con Elly, ma il problema non siamo noi. Iv ha aperto il dialogo perché lo ha chiesto Schlein. Se adesso Elly fa un passo indietro, la credibilità la perde lei, non noi. Il tempo dirà se le scelte nel centrosinistra le guida lei oppure Conte. Noi in ogni caso saremo in campo con una lista riformista alle prossime politiche».

Non avevate previsto le resistenze dei 5 Stelle?

«Una cosa sono le resistenze programmatiche. Facciamo i termovalorizzatori come chiede il sindaco pd di Roma Gualtieri o no? Rivendichiamo la necessità di una svolta sulla sicurezza come chiede il presidente pd De Luca o no? Altro sono le antipatie personali di Conte e queste non sono un argomento politico. Lui ha firmato i decreti Salvini, Renzi le unioni civili. Conte tifa Donald Trump, Renzi tifa Kamala Harris: chi è più progressista?».

Pensa che il veto di Conte in Liguria possa ripetersi anche in Umbria? Come finiranno le due partite?

«Il veto di Conte in Liguria è stato insormontabile. Mi spiace per il mio amico Andrea Orlando: prima del patatrac lui era nettamente in testa in tutti i sondaggi, ora Bucci lo ha raggiunto e se la giocheranno all'ultimo voto. I liguri comunque voteranno sui progetti: quale idee per la Gronda, per la Diga, per l'ospedale Galliera. Il Pd ci ha chiesto di lasciare libertà di voto e noi ci comporteremo con lealtà con questa richiesta. In Umbria vedremo che succederà».

E in Emilia-Romagna? Sulla carta è la regione che dovrebbe confermare la sua storia di sinistra.

«Vincerà de Pascale. È stato un bravo sindaco e lo ricordo in prima fila con noi sulla vicenda delle trivelle».

Immagina quali possano essere le intenzioni di Conte? C'è chi pensa che voglia spostarsi a destra, lei che dice? Non ha mai voluto esplicitare il suo appoggio a Kamala Harris.

«Conosco Conte da molti anni. Abbiamo lavorato insieme a Firenze. È in una fase difficile della sua esperienza politica. Ha rotto con Di Maio, che lo aveva "scoperto". Ha rotto con Beppe Grillo e non sa come spiegarlo. Vuole rompere anche con Schlein. A un certo punto dovrà smettere di rompere e iniziare a costruire. Noi ci siamo. Vediamo se Conte ci crede o aspetta Trump per tornare a destra».

E Italia viva che intenzioni ha? Continuare a cercare l'unità nel campo largo? Oltre a quelle di Conte sono perentorie anche le barriere di Avs.

«Noi siamo il centro del centrosinistra. Se il centrosinistra vuole vincere ha bisogno anche di noi. Se preferiscono un remake del 2022 finirà con un'altra vittoria di Meloni che con solo il 26% dei voti si è presa Palazzo Chigi».

Pensa che gli scontri della manifestazione pro Palestina si sarebbero potuti evitare se fosse stata autorizzata?

«Non è questo il punto. Quando chi chiede la pace manda all'ospedale venti poliziotti, tutte le persone serie devono dare solidarietà alle forze dell'ordine senza se e senza ma. Penso che vada solo detto grazie al capo della polizia e ai suoi uomini e alle sue donne, insieme alla condanna per chi usa violenza e aggredisce le istituzioni».