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Boschi: «A Firenze un'indagine basata sul nulla. Noi non abbiamo violato la legge, i pm sì»

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Intervista a Maria Elena Boschi per «La Stampa» del 21-12-2024

di Alessandro Di Matteo

La deputata di Italia viva: «Gioia per il proscioglimento, ma dopo tanto dolore non riesco a essere felice. Molti del Pd solidali con noi, Schlein ha sentito Renzi. Non mi stupisce l'imbarazzo di Meloni e Conte».

La sentenza sul leader della Lega arriva mentre è in corso l'intervista e Maria Elena Boschi, quando le viene chiesto se anche quello contro Matteo Salvini sia stato un processo «politico» spiega:

«Non tocca a me giudicare. Rispettiamo la decisione senza ulteriori polemiche. Il mio giudizio morale e politico è che Salvini ha sbagliato con Open arms. Ma non vedevo gli estremi del reato penale. I magistrati hanno deciso in questo senso, bene così».

Gli estremi del reato non ci sono nemmeno per l'inchiesta sulla vostra fondazione. Cosa ha provato quando ha avuto la notizia?

«La gioia di chi vede finalmente riconoscere una verità della quale non ho mai dubitato. Ma anche l'amarezza per il tanto tempo passato dietro le carte. Quanto assurdo spreco di soldi pubblici e di energia. E quanto dolore per i nostri cari. Si dice che finalmente giustizia è fatta: non è vero. È stata fatta una ingiustizia che è durata tanti anni. Non posso essere felice dopo tutto questo dolore».

Però la formula usata è: «Gli elementi non consentono una ragionevole previsione di colpevolezza». Non resta un margine di dubbio?

«Spero stia scherzando. Ci sono cinque sentenze della Cassazione, una sentenza della Consulta e il non luogo a procedere della Gup. L'unico dubbio che rimane è come sia stato possibile mandare avanti una indagine basata sul nulla come questa. Poi la formula è quella di rito per il non luogo a procedere dell'udienza preliminare. È ancora più di una assoluzione perché non c'erano elementi per proseguire il pro- cesso. La sostanza è chiara: noi non abbiamo violato la legge. Invece i pm si».

Avete più volte criticato il pm. Pensate ci fosse un obiettivo politico?

«Noi abbiamo criticato l'inchiesta perché non stava in piedi. E l'abbiamo criticata con le armi della giustizia: esposti, ricorsi, appelli. Abbiamo studiato legge e crediamo nella giustizia, noi. Che l'indagine avesse una valenza politica è pacifico: il pm voleva decidere come si organizza un corrente di partito. E non è un caso che i testimoni dell'accusa fossero Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi. Si contestava a Renzi di aver conquistato la leadership del Pd e si sindacavano le modalità organizzative della Leopolda. E le perquisizioni fatte dal procuratore Turco hanno ottenuto due risultati: molti finanziatori perquisiti hanno scelto di non sostenere più Italia Viva. E i nostri sondaggi che erano stabilmente sopra il 5% sono crollati al 2%. Con una campagna di aggressione giudiziaria del genere abbiamo fatto un miracolo a restare in vita altro che storie. E portare Draghi al posto di Conte in queste condizioni è stata davvero una incredibile mossa del cavallo».

Renzi dice che i giudici che sbagliano devono pagare. Ma non siete voi i primi a dire che il processo non si deve concludere per forza con una condanna?

«Le faccio un esempio. Lo stesso pm arresta tuo padre e tua madre e poi il tribunale del riesame annulla l'arresto. Poi indaga su tuo cognato per 8 anni e il processo finisce con assoluzione. Poi processa tua sorella che viene assolta. Poi indaga su di te per due volte e tutto viene archiviato. Poi viola la Costituzione in tre casi e per cinque volte vede la Corte di Cassazione criticare le indagini definendole un "inutile sacrificio dei diritti"... Lei che dice? Dice che il giudice può sbagliare o considera questo un accanimento? Il nostro pm, Luca Turco, ha fatto questo alla famiglia di Renzi. A me sembra gravissimo».

Avete fatto la scelta di campo del centrosinistra. Vi aspettavate una parola anche dalla leader Pd Elly Schlein?

«So che Elly si è sentita giovedì con Matteo. Sono molto contenta della solidarietà di tanti colleghi del Pd, a cominciare da chi era al Governo con noi. Non mi stupisce il silenzio imbarazzato di Meloni e Conte».

Però è difficile che il Pd possa condividere le vostre posizioni sulla giustizia...

«Le nostre posizioni sulla giustizia sono esattamente le stesse di quando eravamo al governo noi, con il Pd. Noi non abbiamo cambiato idea».

Salvini dice che ora si aspetta che voi votiate insieme al centrodestra per la separazione delle carriere. Lo farete?

«Siamo per la separazione delle carriere da sempre. E al congresso del 2019 persino la mozione Martina con Serracchiani e altri proponeva questa riforma. Temo che siano tutte chiacchiere però. E a Salvini ricordo che con me lui è stato giustizialista, come pure con la famiglia Renzi e con tanti altri nostri amici. È diventato garantista solo da indagato».