Famiglia pari opportunità

Bonetti: "Noi, maglia nera d'Europa, ora diamo una prospettiva alle coppie e alle famiglie"

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L'estratto dell'intervista di Stefano Zurlo, "il Giornale", 15 maggio 2021.

 

Fermare il crollo demografico e invertire un trend desolante. Il segno più al posto del meno che certifica il declino costante delle nascite.

«Dobbiamo dare una prospettiva alle coppie che oggi hanno paura a investire sui figli. Dobbiamo pensare a gesti concreti per liberare le loro aspettative», spiega al Giornale il ministro della Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva) al termine di una giornata a suo modo storica: la celebrazione a Roma degli Stati generali della natalità, presenti Papa Francesco e il premier Mario Draghi.

 

Ministro, il Papa e il premier sullo stesso palco, quello della famiglia.

«Mi sono emozionata. Tutti e due hanno usato parole durissime contro la denatalità che uccide il nostro futuro e offerto direzioni concrete di speranza. E il Santo Padre ha speso parole di apprezzamento per l'assegno unico universale».

 

Finalmente, una misura concreta?

«Questo governo intanto ha scelto di attuare il Family Act, una riforma senza precedenti per dare una risposta integrata ad un problema complesso: le donne non riescono a coniugare lavoro e maternità, annaspano, non sono sopportate a sufficienza dallo Stato, alla fine rinunciano ad avere figli. Io ne ho due, Chiara e Tommaso, e mi sono posta la domanda fatidica: ce la farò a tenere insieme i bambini e il mio lavoro? Ecco vorrei che Chiara, quando sarà il momento, non debba più porsi lo stesso quesito».

 

In sostanza?

«Il Family Act è una legge delega che oggi è alla Camera e spero entro l'anno passi anche al Senato, ma non è una cornice vuota. L'assegno unico universale è il primo mattone di questo nuovo edificio".

 

Cosa cambierà?

«La platea di quelli che ricevono un aiuto si allargherà a più di due milioni di nuclei familiari che oggi non hanno alcuna copertura. Partiremo a luglio, con una misura ponte, poi all'inizio dei 2022 l'assegno andrà a regime».

 

Gli asili nido?

«Qui entra in gioco l'Europa con 4,6 miliardi del Recovery plan, più altri 500 milioni già investiti. I primi bandi sono già aperti, fra un paio d'anni dovremmo vedere i primi risultati».

 

Gli obiettivi?

«Vogliamo raggiungere almeno il 50 per cento della domanda, mentre oggi solo un quarto dei bambini trova posto. Questi numeri, bassissimi, parlano da soli e stiamo correndo per correggerli. Ma nel Family Act ci sono altri capitoli che, decreto dopo decreto, vogliamo portare a compimento. Penso al tema della decontribuzione del lavoro femminile. Ancora, congedi parentali paritari.

E poi c'è una strategia di fondo da parte di questo esecutivo sulla parità di genere. Per esempio sul versante della pedagogia: basta con le penalizzazioni e le discriminazioni nella formazione digitale. Maschi e femmine devono avere le stesse opportunità».