Estratto dell'intervista di Maria Novella De Luca, "la Repubblica", 10 febbraio 2022.
“Plaudo al coraggio di queste ragazze di Cosenza, alla loro forza nel denunciare le violenze. Dimostrano di avere finalmente gli anticorpi necessari nel riconoscere e rifiutare molestie e sessismo. Adesso spetta al ministro dell’Istruzione Bianchi, che ha già avviato un'ispezione, e nel caso alla magistratura, verificare i fatti e agire di conseguenza. L’inchiesta dev'essere rigorosa e sono certa che Bianchi andrà fino in fondo. Però un dato è certo: questa generazione di ragazze non vuole più subire”.
Non nega di essere rimasta turbata dalla brutta storia del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero, la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. La denuncia, accorata, di Diana e altre 12 studentesse che, dopo anni di abusi da parte di tre docenti, hanno gridato la loro verità su una pagina Instagram, “Callout”, gridalo, appunto. Un modo per spezzare il muro di silenzio su queste violenze ripetute stagione dopo stagione, denunciate alla dirigenza della scuola ma rimaste, colpevolmente, inascoltate. E da giorni il liceo “Valentini-Majorana” è occupato dagli studenti che chiedono un’inchiesta sugli abusi sessuali ma anche su atti di bullismo che l’istituto avrebbe messo a tacere.
Ministra, una denuncia drammatica.
“Deve essere fatta chiarezza e sono certa che il ministro dell’Istruzione andrà fino in fondo. Vedo però una forte emersione di coscienza da parte di queste giovani rispetto alla violenza di genere. È un fatto culturale. Mi hanno colpito le parole della ragazza che ha denunciato: “Ero bloccata dal fatto che non riuscivo a distinguere tra porcherie e galanterie”. Poi però ha capito. In questo senso è una emersione di coscienza e su questo si deve lavorare nelle scuole: aiutare le ragazze ma anche i ragazzi a riconoscere la violenza di genere e tutti i tipi di violenza”.
Nell’intervista rilasciata a Corrado Zunino di "Repubblica", Diana, la ragazza che per prima ha denunciato, dice anche: “Dal secondo al quarto anno quel docente ha perpetrato una costante violenza nei confronti miei e delle mie compagne. Nessuna di noi, immerse com'eravamo nella cultura sessista di quella scuola, ha davvero pensato che potessero essere violenze". E anche quando le ragazze hanno denunciato il mondo adulto le ha respinte.
“È una storia antica che si ripete: l’omertà nei confronti della violenza sulle donne, le donne e i minori che non vengono creduti. Per questo ci dovrà essere una seria inchiesta da parte del ministero in quell’istituto. Le istituzioni esistono per servire i cittadini non per difendere se stesse. Nel piano nazionale antiviolenza approvato nel novembre scorso ci sono delle voci specifiche dedicate alle scuole, in particolare sulla sensibilizzazione dei docenti perché aiutino e intercettino le vittime di violenza. E sull’educazione al sentimento basato sulla parità di genere, così come è previsto anche dalla Convenzione di Istanbul. Così come nel Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, approvato il 25 gennaio, abbiamo previsto nelle scuole sportelli di ascolto e supporto psicologico per i minori. Anche come luoghi in cui prevenire tutte le forme di violenza".
Chi lo desidera può leggere l'intervista completa su "la Repubblica".