Bonetti: "Il decreto sulla doppia preferenza in Puglia è un atto storico. Nessuna ingerenza, la parità di genere non è negoziabile"

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Intervista a Elena Bonetti, di Laura Mari, "la Repubblica", 1 agosto 2020.

La responsabile delle Pari opportunità: "La destra ci accusa di aver minato l'autonomia della Regione? Ne rispondiamo a viso aperto e ne siamo fieri perché abbiamo ristabilito un principio democratico fondamentale basandoci su quanto previsto dalla Costituzione". Poi l'annuncio: "Servono leggi che stabiliscano che in Parlamento e nel governo deve esserci il 50% di donne".

Ministra Bonetti, è soddisfatta del risultato ottenuto?
"Non esito a dire che si tratta di un passo storico. Nel consiglio dei ministri abbiamo voluto affermare un principio: la parità di genere è un diritto che va garantito e non è negoziabile. Per questo come governo siamo intervenuti sulla questione pugliese. Le donne, come afferma la Costituzione, devono avere gli stessi diritti degli uomini e il decreto legge non fa altro che stabilire che le donne devono essere messe nelle condizioni di poter acedere alle cariche elettorali al pari degli uomini".

Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri introduce anche la figura di un commissario straordinario, il prefetto di Bari Antonia Bellomo, che sia garante del processo per introdurre la doppia preferenza già a partire dalle elezioni regionali del 20-21 settembre. È stata lei a chiedere che ci fosse un commissario?
"Era una figura necessaria. In questi anni il consiglio regionale della Puglia e lo stesso governatore Michele Emiliano non sono stati capaci di adeguare la normativa della Regione a quella nazionale e introdurre la doppia preferenza. Ora il commissario straordinario garantirà che venga fatto".

Berlusconi, Meloni e Salvini accusano il premier Conte e i ministri di aver varato un decreto che di fatto mina l'autonomia regionale e "rappresenta un precedente pericoloso e una gravissima ingerenza politica elettorale". Cosa risponde?
"Mi stupisce e amareggia che la destra pensi che la parità di genere sia un principio a cui si può rinunciare. Lo ripeto, con il decreto abbiamo compiuto un atto coraggioso e ne rispondiamo a viso aperto davanti ai cittadini. Ma oltre a ricordare che ci siamo basati sull'articolo 120 della Costituzione, che definisce i poteri sostitutivi dello Stato alle Regioni, abbiamo varato un provvedimento che definisce cosa succederà se la Puglia non adegua le proprie norme sul sistema elettorale a quelle nazionali. Il consiglio regionale ha ancora tempo per prendere una decisione".

Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa su "la Repubblica".