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Bonetti: "Centri estivi, sì all'avvio anticipato”

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Intervista di Angela Pederiva, "il Gazzettino", 19 maggio 2020. 

Era il 23 aprile quando Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico nazionale, gelava milioni di bambini (e di genitori): «Scordiamoci i campi estivi». Un mese dopo Elena Bonetti, professoressa universitaria di Analisi matematica e ministra per la Famiglia nelle file di Italia Viva, rassicura tutti e in particolare il Nordest: «Quel giorno avevo promesso che non ci saremmo scordati dei centri estivi, ma che li avremmo riorganizzati in sicurezza. Infatti abbiamo dato le indicazioni e stanziato 185 milioni di euro, l'investimento più alto in questo settore nella storia della Repubblica. Ora sta alle Regioni decidere se anticiparne o posticiparne l'avvio, rispetto alla data del 15 giugno, in base al loro andamento epidemiologico».

Musica per le orecchie di Veneto e Friuli Venezia Giulia, «territori di concretezza e di speranza, lavoro e tenacia, un modello per il Paese», pronti a far partire le attività già fra due settimane.

Via libera dal 1° giugno?
«Ho letto che il governatore Luca Zaia (ma anche il collega Massimiliano Fedriga, ndr.) vuole anticipare a quella data. Penso che in generale la filosofia da seguire sia quella di aprire il prima possibile, compatibilmente con la capacità di organizzare il servizio secondo criteri di tutela della sicurezza dei singoli bambini e della collettività, perché far ripartire il contagio arrecherebbe un grave danno a tutti. Ma bisogna riconoscere che c'è una richiesta urgente delle famiglie e dei bambini di poter avere occasioni di carattere educativo, perché possano ricominciare ad avere situazioni di relazione e di socialità».

Le direttive nazionali parlano di attività oltre i 3 anni, mentre il piano del Veneto riguarda la fascia 0-14. Che si fa?
«Anche sotto i 3 anni già da oggi (ieri, ndr.) è ammesso l'accesso ai parchi gioco con l'accompagnamento dei genitori o degli educatori. Per quanto riguarda la riattivazione dei servizi integrati, cioè nidi e scuole dell'infanzia, finora non c'è il benestare del Comitato tecnico-scientifico, ma stiamo lavorando per poter creare le condizioni perché sia possibile riaprirli. Ad ogni modo le Regioni, nell'ambito dell'autonomia prevista dal decreto-legge, possono estendere le attività ricreative all'aria aperta anche alla fascia 0-3, chiaramente con indicazioni differenti in base all'età».

Comanderanno le linee-guida regionali o quelle nazionali?
«Per i centri estivi in questo primo decreto non ci sono state indicazioni dalla Conferenza delle Regioni, per cui il dpcm fa riferimento alle linee-guida nazionali. Ovviamente già nel dpcm si evidenzia che le Regioni possono definire date e protocolli diversi, specifici per le singole realtà territoriali, purché compatibili con le linee-guida nazionali. Se si dice che bisogna operare in piccoli gruppi, non si può alterare questo principio di fondo. Ma ci sono altre cose che le Regioni faranno e sono certa che sia anche importante che facciano».

Il tema è stato stralciato per lo scontro con Lucia Azzolina, ministra dell'Istruzione?
«No, nessuno scontro. C'è stata anzi piena e totale collaborazione con la collega, con cui ho condiviso le fatiche delle famiglie nella gestione del lavoro e dell'educazione. È stata solo sospesa l'approvazione della riapertura dei servizi integrati 0-6, su cui continueremo a lavorare. Oltretutto siamo entrambe impegnate sul fronte delle scuole paritarie, in vista di settembre».

Questione molto sentita in Veneto, che conta 93.000 bimbi iscritti solo fra nidi e materne.
«Lo so bene. Per questo ho chiesto un fondo straordinario, inizialmente erano 80 milioni per la fascia 0-6. Ho insistito che fosse ampliato e così è stato. Il ministro Roberto Gualtieri si è impegnato ad aggiungerne altri 40, quindi in tutto saranno 120 e per tutti gli ordini. Questo è stato fatto perché ero in accordo con la ministra Azzolina».

Il suo collega di partito Luciano Nobili chiama in causa «i professori»: troppo prudenti?
«Parlo da donna di scienza che riveste un ruolo politico. Gli scienziati hanno il compito di fornire dati trasparenti e modelli convalidati dal dibattito interno, in modo che numeri e risultati possano essere verificati, secondo il metodo scientifico che ci ha insegnato Galileo. Alla politica compete il riconoscimento dei bisogni e l'individuazione degli indirizzi che possono dare benessere nel presente e prospettiva di futuro. Ecco, al Comitato tecnico-scientifico ho chiesto le regole per far svolgere ai bambini le attività in sicurezza e come ministra ho stanziato le risorse».

Come saranno spese?
«Buona parte sarà erogata direttamente agli enti locali: sostanzialmente ai Comuni, di concerto con le Regioni. Una quota finanzierà invece le progettualità di sistema, con un'attenzione particolare al problema della povertà educativa. C'è poi il bonus baby sitter da 1.200 euro, o 2.000 per i sanitari e le forze dell'ordine, che potrà essere usato anche per l'acquisto dei servizi come i centri estivi».