Famiglia

Bonetti: "L'Assegno Unico e Universale è il primo passo di una riforma storica. Al via dal 1° luglio"

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L'intervento in Aula del Senato della Ministra Elena Bonetti, relativo all'approvazione definitiva dell'Assegno Unico e Universale, 30 marzo 2021.

Ringrazio tutte le senatrici e i senatori, coloro che sono intervenuti, per lo straordinario lavoro svolto, con tenacia, convergenza e unità dall'intero Parlamento, dal Senato e prima ancora - permettetemi di ricordarlo - dalla Camera dei deputati, che aveva approvato in prima lettura questo provvedimento all'unanimità.

Oggi è un giorno buono per l'Italia, non solo perché segniamo l'arrivo di un provvedimento importante, ma anche perché inizia un tempo nuovo, il tempo del futuro, che è il tempo della ripartenza per il nostro Paese e di questo tempo che sta per iniziare - lo avete ricordato nei vostri interventi - ci assumiamo tutti pienamente la responsabilità. È il primo passo di una riforma storica e integrata delle politiche familiari del nostro Paese, una riforma che investe nelle relazioni di comunità, nelle famiglie, nell'educazione, nella parità di genere, nel protagonismo dei giovani.

L'istituzione dell'assegno unico universale all'interno della riforma del cosiddetto Family Act segna evidentemente un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e nel sostegno alla natalità. Ciò avviene in un momento particolare della storia del nostro Paese, un momento drammatico, di dolore, che ha colpito la vita personale e comunitaria di tutti e di ciascuno, un momento che ha invaso le nostre vite, un dramma che ha tolto la possibilità di progettare e di guardare al domani, che ha devastato - usiamo questo termine forte - la vita delle famiglie del nostro Paese, portandole nell'incertezza e nella paura del futuro.

Oggi il Parlamento dà il segno che è possibile restituire la concretezza della speranza a tutte le donne e gli uomini del Paese.

Lasciatemi dire che, a nome del Governo, ho anche particolarmente apprezzato l'intensità con la quale avete rivolto lo sguardo alle nuove generazioni. Credo che oggi di fronte al Paese le istituzioni abbiano avuto il coraggio di rimettere al centro le nuove generazioni, quelle bambine, quei bambini e quei giovani che in queste ore stanno maggiormente pagando il senso di incertezza, di solitudine e di paura del futuro. Ecco, da oggi queste bambine, questi bambini, questi giovani sono al centro del nostro impegno.

Con questo provvedimento il Parlamento afferma un principio importante di realtà, non solo di sostanza: l'universalità del valore che questa generazione rappresenta per tutti noi. Le vite, i sogni, i desideri di questi giovani sono al centro delle nostre politiche e sono un valore per tutti, perché in quei sogni e in quei desideri c'è già oggi un pezzo del nostro futuro.

Il calo demografico - è stato detto - ha raggiunto livelli drammatici per l'Italia e non basta più riconoscerne solo gli effetti devastanti, economici e sociali; dobbiamo comprenderne le ragioni più profonde, che consistono nell'impossibilità che oggi le donne e gli uomini hanno di guardare al domani, di potersi vedere proiettati nel futuro e un Paese che non ha la possibilità di proiettarsi nel futuro è un Paese che non può osare quelle scelte coraggiose, di novità e di sviluppo che invece oggi sono necessarie.

Per questo noi dobbiamo restituire alle cittadine e ai cittadini - lo avete detto - la libertà di poter osare sogni e desideri e di essere messi nelle condizioni di poterli realizzare. Questo è fatto all'interno di una riforma integrata, come avete fatto risuonare. Avete ragione, l'assegno unico universale è un passo storico straordinario, atteso da anni, il risultato di un percorso lungo, ma assume pieno valore solo all'interno di una riforma che prevede i congedi parentali paritari tra donne e uomini, per tutti i lavoratori e le lavoratrici, l'investimento nel lavoro femminile, nell'educazione, nei servizi educativi a partire dalla prima infanzia, nella promozione dell'autonomia e del protagonismo del lavoro e della formazione dei giovani.

In quest'Aula abbiamo la piena consapevolezza - mi è noto e vi è noto - che stiamo usando le risorse del futuro dei nostri figli e un modo buono e giusto di impiegarle è di farne un investimento perché il loro futuro sia migliore del nostro oggi.

Permettetemi un passaggio sulla questione della parità di genere, che è stata richiamata. Mai più una donna nel nostro Paese dovrà essere privata della libertà di scegliere di essere una lavoratrice e di essere una madre. (Applausi).

Il presidente Mattarella lo ha ricordato in modo netto l'8 marzo e voglio usare le sue parole: «Vanno incrementati gli sforzi per restituire dignità al lavoro delle donne e per far fronte alla crisi demografica. Calo demografico e carenza di occupazione femminile sono tra i fattori più rilevanti del rallentamento della crescita economica; e sono fra essi strettamente collegati». E ancora: «Va ricordato, ancora una volta, che dove cresce il lavoro femminile, dove cresce la buona occupazione, anche la natalità è più elevata e i giovani ricevono una spinta positiva per i loro progetti di vita. Politiche per la famiglia, sostegno alla maternità, potenziamento dei servizi, conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di cura rappresentano un elemento di fondamentale importanza per la crescita del nostro Paese». Siamo grati al presidente Mattarella per queste parole e, a nome del Governo, confermo l'impegno, come ha ricordato il presidente Draghi, di dar seguito alla delega che ci verrà consegnata attuando l'assegno entro il termine del 1° luglio, come previsto.

Termino il mio intervento citando le parole della nostra Costituzione, a cui come Governo ci sentiamo richiamati e a cui ci avete richiamati: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli». Si tratta di uno dei capisaldi che la nostra Costituzione ci consegna e sancisce solennemente all'articolo 30. Ma affinché i genitori siano messi nelle condizioni di poter ottemperare questo dovere, ricordo la necessità e il compito dello Stato di adempiere a quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Oggi è questa solidarietà che si sta affermando in quest'Aula grazie al voto di questa Camera, e i diritti di queste generazioni e delle nuove generazioni, a cui dedichiamo questo impegno e questo servizio, sono e saranno la nostra responsabilità.

Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo indirizzo.