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Bellanova: «Rinunciare al Mes? Chiedetelo a chi è parcheggiato in corsia degli ospedali»

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Intervista di G. Puletti alla Ministra Teresa Bellanova su il Dubbio del 31/10/2020

La ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, è in autoisolamento fiduciario dopo aver ricevuto una notifica dall`app Immuni, che la capogruppo di Italia Viva al governo invita ora a installare «per proteggere le persone care e se stessi».

Ministra Bellanova, dopo l`ultimo Dpcm Italia Viva ha criticato duramente parte del governo di cui voi stessi fate parte. Polemica rientrata?
Intanto una premessa obbligata: non una polemica ma un andare al cuore dei problemi. E` quello che ci orienta da sempre e a cui non vogliamo sottrarci. È una questione di responsabilità nei confronti del Paese e del momento complicatissimo che stiamo vivendo. E vengo al punto. Ho sempre detto, e di nuovo sabato scorso, che qualsiasi decisione si deve basare su quadri di conoscenza e dati scientifici. Ancora adesso li sto aspettando. È il motivo per cui ritenevo e ritengo che decisioni così rilevanti come quelle indicate nel Dpcm, che impattano sulla vita di molti piccoli imprenditori e delle loro famiglie a cui nei mesi scorsi avevamo chiesto di investire per la sicurezza propria e della propria clientela, dovessero essere alla luce di evidenze scientifiche che le motivassero.

Ma poi è arrivato il Decreto ristori
È una prima risposta. Ma vedo quello che accade nel Paese, dove persone perbene hanno paura di non poter riaprire le loro attività, di non poter ripartire, e sono preoccupata. I circa sei miliardi che il Dl ristori impegna sono ulteriore debito, sulle spalle delle nuove generazioni, che stiamo utilizzando per parare dei problemi piuttosto che intervenire sulle criticità strutturali che invece incalzano: sanità, trasporti, scuola. Settori dove sono necessari interventi mirati che restituiscano il senso di uno sguardo lungo, di una capacità di orientamento sul futuro del Paese. È su questo che dobbiamo costruire l`alleanza con i corpi sociali, non inseguendo l`emergenza ma costruendo e alimentando prospettive.

A molti ristoratori, gestori di bar e attività connesse alle aziende agricole andranno indennizzi dal 150 al 200% di quanto già ottenuto in primavera. Crede che sarà sufficiente?
Le esigenze potrebbero essere maggiori: questo lo capiremo nei prossimi giorni. Già molte categorie lamentano insufficienze anche rispetto alla modalità di calcolo degli indennizzi. Ma il punto è anche un altro. La logica dei ristori non potrà durare in eterno. Non ho nessuna difficoltà a restare seduta per 72 ore se necessario, purché le decisioni siano quelle realmente necessarie e la sintesi qualitativamente più avanzata rispetto alla posta in gioco. Oltretutto, a una settimana dal Dpcm, ancora mi chiedo perché se anche il Cts, nella relazione letta dal ministro Speranza ma non consegnata a nessuno di noi, dubitava della bontà di una misura che chiudendo i ristoranti alle 18 rischia di moltiplicare le convivialità domestiche tra non conviventi, dunque aumentando il rischio dei contagiati, non ci siamo consentiti il lusso di una riflessione ulteriore e ponderata.

Il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, ha chiesto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di verificare se ogni ministro sia il più adeguato a ricoprire il proprio ruolo. È quello che chiedete anche voi?
Da settimane chiedo e chiediamo, come forza politica che siede a pieno titolo in maggioranza, un tavolo di verifica politica e programmatica. Non considero una bestemmia sollecitare un confronto rigoroso sul metodo e sul merito delle decisioni. Né tanto meno avvertire sempre più pressante l`esigenza di una visione strategica per la gestione di questa fase e di quella che si aprirà subito dopo. Il Paese ci chiede uno sguardo più lungo della gestione pura e semplice dell`emergenza. E noi siamo chiamati a questa responsabilità. Che deve anche significare il rifuggire dalle soluzioni semplici che lasciano inalterati i problemi. Perché in ogni caso prima o poi, come vediamo adesso, i nodi arrivano al pettine.

Quanto può durare il "tirare a campare" dell`alleanza con Pd, M5s e Leu?
Questa alleanza dura se è all`altezza della sfida difficilissima che la attende. In Consiglio dei Ministri il tavolo è tondo, si è tra pari, e nessun "distinguo", nessuna obiezione possono essere vissuti come lesa maestà. Questa storia dei "no" del giorno dopo è stucchevole, e in parte capziosa. Finiamola con una narrazione che non rende giustizia alle cose ed è offensiva per la serietà di tutti. Non si tratta di dire "sì" o "no" come se ci fossero alunni disciplinati o meno. Si tratta di conoscere fin nelle viscere questo Paese e prendere le decisioni che servono, saldandole a un di più di strategia. È questa la sintesi necessaria di cui parlo. C`è un proverbio che tengo sempre a mente: quattro occhi vedono meglio di due. Vale sempre ma in questo momento è essenziale.

È sul tavolo anche l`ipotesi di una maggioranza diversa che sostenga un governo di unità nazionale?
Questa domanda va posta a chi ha avanzato questa proposta, ma non sfuggo. Rispondendo al "question time" di mercoledì ho detto che considero importante l`apporto di quanti tra le opposizioni vorranno contribuire a migliorare i provvedimenti, in un confronto leale, fattivo e virtuoso. Non è un problema di formule ma di sostanze.

C`è un punto, su tutti, di profonda divisione interna alla maggioranza, cioè il Mes. Crede che sia ancora necessario o il treno è ormai passato?
Se il treno è passato andiamolo a chiedere a chi aspetta da settimane il risultato di un tampone o a chi è positivo e sintomatico, e passa nottate intere nelle corsie di ospedale in attesa di una stanza libera. A chi ha una patologia diversa dal covid e affronta un`infinita lista d`attesa per una visita di controllo. Andiamolo a chiedere a chi si è appena laureato in medicina e sta ricevendo offerte di lavoro dall`estero, perché in Italia non può ancora lavorare. No, non credo proprio che il treno sia passato. Tutt`altro. Sulla sanità dobbiamo garantire la più ampia e gratuita vaccinazione anti covid per tutti quando il vaccino sarà disponibile. Se questo tema non lo affrontiamo subito, rischiamo di gestirlo malissimo. Le difficoltà sui tamponi mi pare che siano sufficienti.

Uno dei problemi maggiori in questa seconda fase è quello dei trasporti, ma la ministra De Micheli difende il suo operato a testa alta. Crede che si poteva e si può fare di meglio?
Personalizzare non è il mio stile. E questo è un problema che non nasce oggi. Il mio stile è la collegialità e la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi. Le criticità sono sotto gli occhi di tutti. Per questo lamento che non siano stati utilizzati al meglio i mesi in cui la pandemia ha consentito una tregua. Non voglio fare esempi, ma continuo a chiedermi perché tenere fermi i 35mila pullman turistici delle aziende private colpite dalla crisi. Stesso ragionamento peri taxi e per le Ncc, che potevano essere contemplati affrontando la questione scuola. Lo diciamo da aprile dello scorso anno.