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Amministrative a Napoli, Rosato: "Le primarie sono l'unica soluzione affinché la città scelga il candidato"

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Intervista di Marcello Lala, "l'Avanti Napoli", 26 maggio 2021.

È una intervista a 360 gradi quella che l’Avanti di Napoli fa ad Ettore Rosato, Vice presidente della Camera dei Deputati e Presidente di Italia Viva. Si parte dai temi che animano il dibattito nazionale a quelli legati alle elezioni nelle grandi città, con un occhio puntato ovviamente a Napoli ed in particolare alla alleanza PD – M5S ed il ruolo che il polo riformista può giocare e giocherà per il futuro della politica italiana.

On. Rosato, Renzi e Italia Viva sono da tempo oggetto di un linciaggio politico e mediatico-giudiziario. Chi c’è dietro, secondo lei?
Un po’ di qualunquismo, un po’ di luoghi comuni, molta invidia e l’interesse a combattere l’avversario invece che sul piano della politica su un altro tipo di piano, ci sono certe attività giornalistiche che appaiono evidentemente come strumentali ma questo non spaventa Renzi né noi di Italia Viva. È chiaro che con la nostra attività politica abbiamo cambiato il corso dell’Italia, in questa legislatura per due volte, la prima bloccando Salvini e la sua idea di andare ad elezioni concordata con un pezzo della sinistra che puntava al suicidio, la seconda dando un governo Draghi al Paese ed avendo il coraggio di prendere atto che il governo di Giuseppe Conte aveva fallito su due aspetti fondamentali, il piano vaccini e la redazione di un PNRR che fosse almeno adeguato. Oggi l’Italia si beneficia di chi ha avuto coraggio. Noi paghiamo un prezzo ma sono convinto che avremo presto un riscontro per quello che abbiamo fatto per questo paese.

Il pd persegue l’alleanza con i 5 stelle, linea D’Alema-Letta-Conte. L’area riformista che sulla carta è al 10% stenta a farsi strada. Pensate a qualche iniziativa che serva a compattarla?
È necessario in una logica di sistema mettere insieme forze che hanno affinità culturali e che hanno consapevolezza che il percorso con i 5 stelle è un percorso fallimentare, culturalmente fallimentare. Noi però in questo, in qualsiasi tipo di lavoro che si può fare con le altre forze politiche siamo consapevoli che dobbiamo arrivarci forti e quindi per noi il nostro primo dovere è quello di strutturare in maniera adeguata Italia Viva, sia per rispondere ad esigenze di aggregazione che tanti che hanno voglia di fare politica sentono, ma anche perché rafforzare il partito vuol dire dare più forza alle nostre iniziative parlamentari ed amministrative che servono per far ripartire il paese in questa fase drammatica dal punto di vista economico e che stiamo attraversando non senza difficoltà.

Il contesto politico si presenta più che confuso: l’alleanza PD-grillini non decolla, l’area laico socialista è al palo, a destra il duello Salvini-Meloni produce crepe (vedi Copasir). Non sarebbe il caso di rimescolare le carte?
Un anno fa la politica in Italia era completamente diversa, due anni fa ancora più diversa, la velocità con cui cambiano le cose è evidente. Io sono convinto che tra un anno ci incontreremo di nuovo e vedremo un quadro completamente cambiato alla luce dello scenario europeo che inciderà sempre di più anche nella vita dei partiti italiani. Essere coerenti nelle cose che si fanno in Italia ed in Europa sarà obbligatorio sempre più ma anche alla luce della responsabilità che le forze politiche si assumeranno nella scelta del Presidente della Repubblica in cui evidentemente le scelte saranno anche foriere di consapevolezze che porteranno al 2023. Chi saprà lavorare insieme su quella importantissima scelta avrà anche la consapevolezza di costruire un percorso per l’Italia 2030.

In fondo lo scontro destra sinistra è più immaginario che reale. Forse è ora di superare i vecchi schemi ed eliminare le rendite di posizione?
Io sorrido alla autolegittimazione che Salvini e Letta si danno. Si inventano uno scontro quotidiano per rassicurare entrambi i loro quadri dirigenti ma la politica ha l’obbligo di cercare in una fase emergenziale le cose che bisogna fare insieme cercando punti di convergenza ed il loro è esattamente l’atteggiamento opposto in questo quadro ed io penso invece che noi abbiamo un livello diverso di responsabilità ed una lettura diversa della società.

Dopo i fallimenti di Roma e Torino, Napoli rischia di essere l’unico laboratorio di una alleanza PD - 5stelle. Italia Viva accetterà di allearsi con i grillini?
Intanto noi speriamo che ci sia una chiara scelta di campo sulla coalizione che ha vinto alle regionali, che è una coalizione vincente e che riproposta a Napoli consente non solo di vincere ma anche di governare. Con i grillini invece, mi chiedo nelle scelte pratiche come si mette mano a quel disastro che De Magistris ha lasciato. De Magistris ed i 5 Stelle sono tutt’uno, non hanno alcuna discontinuità, culturalmente ed operativamente, se vogliamo dare una discontinuità seria bisogna darla consapevoli che il M5S non è discontinuo rispetto a De Magistris. Noi abbiamo proposto le primarie, abbiamo un candidato che si vuole spendere per la città e che si vuole generosamente messo in campo che è Gennaro Migliore. Facciamo le primarie vediamo chi è il miglior candidato per la città e dopodiché andiamo a governare. Del resto le primarie le ha proposte il PD in tutte le città e solo a Napoli non le vuole fare. I motivi sono due: o perché non ha fiducia nei napoletani o perché non ha fiducia nel PD napoletano.

Dopo De Magistris, il peggior sindaco di sempre (copyright del filosofo Biagio De Giovanni), Napoli ha bisogno di una svolta riformista. Italia Viva è pronta per formare un polo riformista in alternativa a 5stelle e arancioni?
Noi ci lavoriamo a costruire connessioni tra le forze riformiste e penso che sia un dovere di tutti quelli che si definiscono riformisti, la politica è capace di mostrare il suo valore quando mette insieme non quando divide e quindi in questa sfida ci siamo. Non bisogna sommare i voti ma chiudere tutti in un progetto per il paese, io penso che questa sarà la vera sfida, misurarsi sulla giustizia, sull’economia, sul lavoro, sui diritti, quando ci si trova sui contenuti ci trova anche sugli organigrammi ed io penso che su questo dobbiamo misurarci. Abbiamo delle battaglie molto importanti davanti.