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Alessio De Giorgi: "Pronti a trattare con i contrari. Apriamo un tavolo o salta tutto"

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Intervista di Elena Polidori, "QN", 25 giugno 2021.

“Dico solo una cosa: non impicchiamoci alle parole. La legge, il ddl Zan è troppo importante per cadere sotto il fuoco del voto segreto al Senato. Apriamo un tavolo e confrontiamoci”. Alessio De Giorgi è uno degli uomini di punta della comunicazione web di Matteo Renzi, ma è stato anche un giornalista ed imprenditore LGBT ed uno dei protagonisti della legge sulle unioni civili.

“Credo - commenta - che chi ha a cuore davvero gli obiettivi di questa legge debba prendersi la responsabilità di portarla a casa e quindi bisogna superare i punti che impediscono di avere una maggioranza più solida al Senato”.

Quali sono i punti che dovrebbero essere ‘limati’?
“I nodi politici sono noti: identità di genere, scuole cattoliche, libertà di opinione. Personalmente ritengo che le obiezioni che vengono fatte a questi capitoli siano sbagliate, ma non possiamo ignorarle del tutto. Prendiamo la questione dell'identità di genere…”

Si, prendiamo…
“Il termine identità di genere viene utilizzato nelle leggi di tutto il mondo, ma se come è giusto riteniamo importante tutelare le minoranze transessuali e transgender specie nel passaggio da un sesso ad un altro, allora credo che l’obiettivo debba prevaricare i distinguo sui termini usati”

La più scivolosa, tra le tre questioni citate, pare tuttavia quella libertà di opinione.
“Invece io credo che nella legge sia chiara la distanza tra un’incitamento alla violenza e, appunto, un’opinione. Un conto è se incito a discriminare nell’accesso al lavoro delle persone, un altro è se dico che per me i gay non possono ‘fare famiglia’. Ma anche qui, credo ci siano i margini per una mediazione che renda il testo chiaro anche per i giudici, perché è a loro che è destinato, altrimenti ci troveremo con magistrati progressisti che la applicano in un modo e quelli conservatori in un altro. Però…”

Però?
“Bisogna fare in modo di blindare la legge per evitare che venga affondata al Senato: una questione di diritti civili non può diventare oggetto di polemiche politiche per ottenere qualche like in più sui social e per assecondare un influencer. C’è in gioco la vita delle persone”.

Il Vaticano si preoccupa anche dell'educazione cattolica
“Non sono assolutamente d'accordo con le loro argomentazioni e sono contento che Draghi abbia detto quelle parole in Aula. Ma anche qui ricordo che nel percorso delle unioni civili non si arrivò a tanto ed aggiungo che se la richiesta di un tavolo politico di mediazione di Davide Faraone ai capigruppo, datata 19 maggio, non fosse rimasta lettera morta, avremmo avuto un mese in più per discutere e non ci troveremmo a questo punto. Poi, dovremo rifare un passaggio alla Camera? Pazienza. L’importante è non fallire ancora una volta un’obiettivo così importante”.