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Abruzzo, taglio dei parlamentari, D'Alessandro: "I prossimi mesi saranno fondamentali per evitare la marginalità rappresentativa"

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Riprendiamo qui un intervento di Camillo D'Alessandro, parlamentare di Italia Viva, originariamente pubblicato da "il Centro", 3 dicembre 2020. 

L'Abruzzo, giustamente concentrato sull'emergenza sanitaria ed economia, si è svegliato dal sonno dell'ipocrisia meno rappresentato e ferito nel suo storico rapporto tra territori e Parlamento. Ma il "mostro" non è rappresentato dai nuovi collegi, che si spera di superare con una nuova legge elettorale sui cui rischi tornerò di seguito, il mostro era il referendum che ha avuto largo consenso, anche in Abruzzo, le cui conseguenze erano tuttavia evidenti, ma sottovalutate.

In pochi ci abbiamo messo la faccia sostenendo le ragioni del No, soprattutto per una Regione piccola come la nostra, denunciando la distorsione democratica e il rischio, laddove il Parlamento non facesse in tempo ad introdurre correttivi, ad una chiara violazione della rappresentanza. A titolo eli esempio valga solo quello che potrebbe accadere per il Senato, senza una ulteriore modifica della Costituzione, i senatori continueranno ad essere eletti su base regionale. Con il taglio dei parlamentari l'Abruzzo avrà, dalla prossima legislatura, solo quattro senatori.

Ciò significa che una forza politica neanche con il 20% avrà diritto ad eleggere pienamente un senatore (20%1 4= 0,8, ma l'eletto scatta con uno pieno). Inoltre, avevamo denunciato l'ulteriore evidenza che con la riduzione del numero dei parlamentari e con i collegi più grandi, rispetti) a quelli attuali, le candidature si potrebbero concentrare nelle aree urbane più densamente abitate. Ora con i nuovi collegi la cosa è più chiara.

La combinazione micidiale tra lesione del rapporto territori/rappresentanza, venuta fuori con collegi, e le modifiche da apportare, non ancora disponibili, anche in ragione di un mancato accordo su riforme e legge elettorale, consegnano esattamente questo quadro. Era un "salto nel burrone", intanto ci buttiamo e poi vediamo cosa accadrà. Ci consoleremo avendo risparmiato il costo di un caffè all'anno per abruzzese, perché di questo si tratta.

L'unica possibilità che ci resta è quella di auspicare in una nuova legge elettorale. Due sono le strade: maggioritario o proporzionale. Nel primo caso l'Abruzzo, per la Camera, potrebbe essere diviso in nove collegi uninominali garantendo così ad ogni provincia la propria rappresentanza. Italia Viva da sempre preferisce questo sistema che garantisce rappresentanza territoriale e scelta consapevole dei cittadini. L'alternativa è la legge elettorale proporzionale, ma con le preferenze che consenta. al cittadino di scegliere ed obbliga i partiti a coprire tutto il territorio con rappresentati locali. Chiaramente se una Provincia, come quella di Teramo, rimane divisa in due diminuisce di molto la possibilità di elezione. Se, al contrario, si varasse un proporzionale puro con liste bloccate stante la riduzione del numero dei parlamentari, con il numero ridotto di eletti, in una Regione come la nostra quasi tutti i partiti si fermeranno ad eleggere il capolista, con evidenti distorsioni territoriali.

I prossimi mesi saranno fondamentali per evitare la marginalità rappresentativa, perché l'Abruzzo vale di più di ogni furbizia demagogica e populista che ci ha portato in queste condizioni. Sono gli stessi responsabili che hanno fatto di tatto per far fallire il referendum Renzi: oggi avremmo una sola Camera elettiva, senza ferite territoriali, il superamento del bicameralismo paritario, il superamento dell'attuale conflitto di poteri competenze tra Stato e Regione, la clausola di supremazia dell'intervento dello Stato rispetto ad emergenze. Poi è arrivato il Covid, cioè una emergenza, la più grave dal dopoguerra, e si è reso plasticamente evidente la babele delle ordinanze, delle non decisioni, della debolezza delle Regioni, dello scarica barile. Ed i "carnefici" di allora? Sono riusciti a tagliare il numero dei parlamentari, tanti applausi, poi arriva la verità e ci si sveglia addirittura sorpresi. Vuoi mettere però il caffè risparmiato in un anno?