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"il Mostro" a Bergamo e a Castenedolo. Renzi: "Serve competenza e visione. Siamo decisivi"

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La notizia sul "Corriere della Sera", "BergamoNews", "Giornale di Brescia" e altri quotidiani, 21 giugno 2022.

Doppia tappa ieri, lunedì 20 giugno 2022, per Matteo Renzi, che ha tenuto due incontri, durante i quali ha presentato il suo ultimo lavoro, il saggio "il Mostro" (Piemme, 2022), a Bergamo e a Castenedolo, in provincia di Brescia, dove è stato intervistato, insieme a Carlo Nordio, da Francesco Verderami, firma del "Corriere della Sera".

In politica servono «competenza, serietà e visione». Tutte qualità rivendicate da Matteo Renzi, parole che utilizza, parlando dal palco allestito in piazzale Alpini, anche per sottolineare il profilo di un politico, e, di riflesso, di un partito, che rivendica di essere un punto di riferimento sulla scena nazionale. «Tutte le volte che in televisione Conte e gli altri mi dicono di stare zitto perché ho il 2%, pensando di farmi del male, in realtà mi fanno ancora più compiacere. Perché con il 2% l'ho mandato a casa e ho portato Draghi. Non si rendono conto che stanno certificando la loro incompetenza».

Competenza e serietà che riconosce a Giorgio Gori, in Ucraina per siglare il gemellaggio con Bucha. «Sono felicissimo di essere tornato qui - dice Renzi -, anche perché il vostro sindaco sta compiendo un gesto che dà il senso della grandezza e della storia di questa città. Spesso si parla di Bergamo come di una città piena di risorse: tutto vero. Ma c'è una ricchezza di valori: in questo momento, andare nei luoghi della guerra per offrire solidarietà e aiuto nel ripartire è molto bello». Un viaggio che è l'assist per parlare di Alessandro Di Battista, in procinto di partire per la Russia dove scriverà reportage per Il Fatto Quotidiano e girerà un documentario per TvLoft. E pure il M5S, che Renzi indica come colpevole di aver «avvelenato il clima di questo Paese. Ma come si fa a presentare un libro nelle ore in cui scompare il Movimento 5 Stelle?».

Renzi chiama in causa pure Luigi Di Maio, il quale «ha definito il Movimento il "partito dell`odio" dice Renzi -. Noi lo dicevamo nel 2018 in campagna elettorale». E che per essere credibile dovrebbe «chiedere scusa, per la vicenda di Banca Etruria, alla famiglia Boschi e agli amministratori ingiustamente messi sotto attacco». «È complessa la politica - evidenzia Renzi -. Non si può vivere come hanno fatto per anni i populisti, sperando di prendere un applauso».

Renzi, ieri, è tornato anche a Castenedolo, dove è ormai di casa, nell’ambito della rassegna culturale Castenedolo Incontra, e dove ha dialogato con il magistrato in pensione Carlo Nordio sui temi della giustizia. Una settimana dopo il mancato quorum dei referendum, per i quali il leader di Italia Viva, così come lo stesso Nordio, si erano spesi in prima persona.

«È stata sicuramente una sconfitta» ammette Renzi, tuttavia «Sette milioni di persone che votano per cambiare la giustizia sono poche per raggiungere il quorum, ma sono tantissime rispetto a un tema come la giustizia che la gente ora vuole affrontare direttamente e sono sempre tantissime se vogliamo vincere le prossime elezioni».

Renzi, spiega ai presenti, con il libro racconta i suoi ultimi anni «quelli in cui i magistrati hanno provato a distruggermi l’immagine. Mi hanno arrestato il babbo, la mamma, indagato me due volte e il cognato. Perquisito i finanziatori della fondazione Open e quando io ho attaccato il Csm mi è stato detto che la metto sul personale. Basta con due pesi e due misure».

«Non ho sassolini da togliermi. Io sono felice. Ho 47 anni, ho fatto il sindaco di una delle città più belle del mondo anche se - scherza Renzi - Castenedolo se la gioca; ho fatto il premier per tre anni che in Italia rappresenta un’era geologica. Non ho scritto il libro perché sono un rancoroso, ma per mettere agli atti quello che mi è accaduto e che nessun italiano deve più subire».